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Aggiornato: 26 giugno 2025


L'alba vinceva l'ora mattutina che fuggia innanzi, si` che di lontano conobbi il tremolar de la marina. Noi andavam per lo solingo piano com'om che torna a la perduta strada, che 'nfino ad essa li pare ire in vano. Quando noi fummo la` 've la rugiada pugna col sole, per essere in parte dove, ad orezza, poco si dirada,

E quale il cicognin che leva l'ala per voglia di volare, e non s'attenta d'abbandonar lo nido, e giu` la cala; tal era io con voglia accesa e spenta di dimandar, venendo infino a l'atto che fa colui ch'a dicer s'argomenta. Non lascio`, per l'andar che fosse ratto, lo dolce padre mio, ma disse: <<Scocca l'arco del dir, che 'nfino al ferro hai tratto>>.

Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma ’nfino al centro pria convien ch’i’ tomi». «Se lungamente l’anima conduca le membra tue», rispuose quelli ancora, «e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor se dimora ne la nostra citt

Noi andavam per lo solingo piano com'om che torna a la perduta strada, che 'nfino ad essa li pare ire in vano. Quando noi fummo la` 've la rugiada pugna col sole, per essere in parte dove, ad orezza, poco si dirada, ambo le mani in su l'erbetta sparte soavemente 'l mio maestro pose: ond'io, che fui accorto di sua arte,

fu spento dal figliastro su` nel mondo>>. Allor mi volsi al poeta, e quei disse: <<Questi ti sia or primo, e io secondo>>. Poco piu` oltre il centauro s'affisse sovr'una gente che 'nfino a la gola parea che di quel bulicame uscisse. Mostrocci un'ombra da l'un canto sola, dicendo: <<Colui fesse in grembo a Dio lo cor che 'n su Tamisi ancor si cola>>.

Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma ’nfino al centro pria convien ch’i’ tomi». «Se lungamente l’anima conduca le membra tue», rispuose quelli ancora, «e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor se dimora ne la nostra citt

Ben m’accors’ io ch’elli era d’alte lode, però ch’a me venìa «Resurgi» e «Vinci» come a colui che non intende e ode. Ïo m’innamorava tanto quinci, che ’nfino a non fu alcuna cosa che mi legasse con dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne’ quai mirando mio disio ha posa;

Ben m'accors'io ch'elli era d'alte lode, pero` ch'a me venia <<Resurgi>> e <<Vinci>> come a colui che non intende e ode. Io m'innamorava tanto quinci, che 'nfino a li` non fu alcuna cosa che mi legasse con si` dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne' quai mirando mio disio ha posa;

Lascio lo fele e vo per dolci pomi promessi a me per lo verace duca; ma 'nfino al centro pria convien ch'i' tomi>>. <<Se lungamente l'anima conduca le membra tue>>, rispuose quelli ancora, <<e se la fama tua dopo te luca, cortesia e valor di` se dimora ne la nostra citta` si` come suole, o se del tutto se n'e` gita fora;

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