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84 Qui la tenea; che 'l luogo avuto in dono avea dal padre, e raro egli n'uscia; e con lui dieci cavallier ci sono, e dei miglior di Francia tuttavia. Qui stando, venne a capitarci il buono Tristano, ed una donna in compagnia, liberata da lui poch'ore inante, che traea presa a forza un fier gigante.

Ancor non era sua bocca richiusa, quand' una donna apparve santa e presta lunghesso me per far colei confusa. <<O Virgilio, Virgilio, chi e` questa?>>, fieramente dicea; ed el venia con li occhi fitti pur in quella onesta. L'altra prendea, e dinanzi l'apria fendendo i drappi, e mostravami 'l ventre; quel mi sveglio` col puzzo che n'uscia.

Ecco nel sasso truova una caverna, che si profonda più di trenta braccia. Tagliato a picchi ed a scarpelli il sasso scende giù al dritto, ed ha una porta al basso. 71 Nel fondo avea una porta ampla e capace, ch'in maggior stanza largo adito dava; e fuor n'uscìa splendor, come di face ch'ardesse in mezzo alla montana cava.

Gia` era dritta in su` la fiamma e queta per non dir piu`, e gia` da noi sen gia con la licenza del dolce poeta, quand'un'altra, che dietro a lei venia, ne fece volger li occhi a la sua cima per un confuso suon che fuor n'uscia. Come 'l bue cicilian che mugghio` prima col pianto di colui, e cio` fu dritto, che l'avea temperato con sua lima,

Ancor non era sua bocca richiusa, quand' una donna apparve santa e presta lunghesso me per far colei confusa. <<O Virgilio, Virgilio, chi e` questa?>>, fieramente dicea; ed el venia con li occhi fitti pur in quella onesta. L'altra prendea, e dinanzi l'apria fendendo i drappi, e mostravami 'l ventre; quel mi sveglio` col puzzo che n'uscia.

Gia` era dritta in su` la fiamma e queta per non dir piu`, e gia` da noi sen gia con la licenza del dolce poeta, quand'un'altra, che dietro a lei venia, ne fece volger li occhi a la sua cima per un confuso suon che fuor n'uscia. Come 'l bue cicilian che mugghio` prima col pianto di colui, e cio` fu dritto, che l'avea temperato con sua lima,

93 Tenendo tuttavia le belle braccia al timido marito al collo Argia, e di lacrime empiendogli la faccia, ch'un fiumicel dagli occhi le n'uscia; s'attrista che colpevole la faccia, come di mancata gi

Di tal fiumana uscian faville vive, e d'ogne parte si mettien ne' fiori, quasi rubin che oro circunscrive; poi, come inebriate da li odori, riprofondavan se' nel miro gurge; e s'una intrava, un'altra n'uscia fori. <<L'alto disio che mo t'infiamma e urge, d'aver notizia di cio` che tu vei, tanto mi piace piu` quanto piu` turge;