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«Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; però dinanzi mira», disse ’l maestro mio, «se tu ’l discerni». Come quando una grossa nebbia spira, o quando l’emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che ’l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio, ché non era altra grotta.

<<Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; pero` dinanzi mira>>, disse 'l maestro mio <<se tu 'l discerni>>. Come quando una grossa nebbia spira, o quando l'emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che 'l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio; che' non li` era altra grotta.

che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l’un de’ lati a l’altra bolgia tura. Non corse mai tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand’ ella più verso le pale approccia,

«Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; però dinanzi mira», disse ’l maestro mio, «se tu ’l discerni». Come quando una grossa nebbia spira, o quando l’emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che ’l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio, ché non era altra grotta.

Per fatti gloriosamente immortali, quali prosperi, quali sventurati, va segnalata la ducea di Francesco Molin, successore all'Erizzo nel 1646, e che resse la Repubblica fino al 1655. Gli sforzi per avanzare l'armamento di Candia, la nobilt

che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l’un de’ lati a l’altra bolgia tura. Non corse mai tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand’ ella più verso le pale approccia,

che prende il figlio e fugge e non s'arresta, avendo piu` di lui che di se' cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giu` dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l'un de' lati a l'altra bolgia tura. Non corse mai si` tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand'ella piu` verso le pale approccia,

<<Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; pero` dinanzi mira>>, disse 'l maestro mio <<se tu 'l discerni>>. Come quando una grossa nebbia spira, o quando l'emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che 'l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio; che' non li` era altra grotta.