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Aggiornato: 8 giugno 2025
Poco discosto, presso la chiesa di S. Giuseppe, s’aggruppavan preti e sagrestani privi d’elemosina di messe e senza occupazione; ed al lato opposto nella Calata dei Musici, la virtuosa canaglia, presso la quale gironzolava questuando qualcuno dei «figliuoli dispersi» del Conservatorio del Buon Pastore, in attesa di rientrare la sera nel pio Istituto⁴⁰.
E tutti allor saran fratelli in questa religïon del doloroso grembo che li creò pel sole e la tempesta: nel sogno, nel lavoro e ne la messe fratelli:
Marzio continuava: E di Spagna col corriere ordinario; le ho messe tutte sul banco dello studio. Bene: andiamo.... E sorretto da Marzio, accompagnato da Nerone, si avviava allo studio.
Adesso, crepa di rabbia! aggiunse mentalmente il geranio a guisa di perorazione, e si messe a dormire, contento come chi pensa d'aver fatto un'opera buona. Povero giovine! mormorò la bella rosa di Torino, e reclinò pensierosa le sue foglioline.
PITTAFORMI. Sicuro! un bel furbo, lui! avrebbe fatto meglio a sorvegliare sua moglie: tante gliene ha messe che non si contano più. Mi ricordo ancora, io, quando ella faceva all'amore con l'impiegato postale. SALISCENDI. Ditelo a me! e le passeggiate romantiche col giovane del barbiere? PITTAFORMI. E il pittore tedesco? SALISCENDI. E il commesso di Comparetti?
Gli ubbriachi erano stramazzati per la ventesima volta: e le mascherine si erano messe strillare, dileguandosi agli angoli delle vie.
Io non credo poi rei di peccato mortale quelli che, soltanto qualche volta durante l'anno, per esempio, nella epoca della messe, nei giorni della vendemmia sogliono offrire balli alla famiglia, ai vicini, o ai lavoratori.
Addio, flutti pallidi dell'Aniene, consapevoli dei riti arcani degli Aborigeni; scorrete in pace per la morta campagna: io non vi domanderò se le stirpi andate degli Enotrii, degli Ausonii e degl'Itali fossero più o meno infelici di noi sopra questa terra, dove la mèsse, alimento dell'uomo, cresce per solchi pieni di morte; la vigna, letizia del cuore, per la costa riarsa del vulcano; la intelligenza, fra i pruni della superstizione; la virtù, sotto il taglio della mannaia.
Si assise nel suo posto prediletto; come Don Abbondio si messe le dita nel collare per poter dare una guardata a destra e a manca; ma non ebbe da compiere quella doppia voltata di testa, e rimase fermo a destra. Domineddio aveva fatto un miracolo per lui; la signora stava in giardino.
Quante volte tornò l’erba ne i prati, quante volte fiorì la maggiorana?... Quante volte passò l’aguzzo dente de l’aratro nel solco, ed il baleno di cento falci sotto il ciel sereno rise di gioia fra la messe aulente?...
Parola Del Giorno
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