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XVII. L'Alleato. E confesso altresì che, se le speranze in lui poste, se gl'impegni espressi o taciti con lui presi mi paiono cosa rischiosa e ad altri e a lui stesso; la dimenticanza di quegli impegni o la disperazione improvvisa mi pare assai più rischiosa. Confesso che alla sua entrata in Torino, dopo i memorabili cimenti suoi e del suo esercito, dopo la Lombardia, o parte almeno della Lombardia, liberata, nonostante la pace di Villafranca, avrei voluto men fredda accoglienza, acciocchè fin l'ombra della ingratitudine fosse dagli avvantaggiati e dai deboli allontanata, acciocchè il giusto dolore de' fratelli rimasti sotto il giogo e in agonia non fosse potuto imputare a sentimenti di presuntuoso dispetto, acciocchè l'angoscia appunto de' fratelli non fosse aggravata dalla tema che il potente irritato li abbandoni per sempre alla loro misera sorte. Io so bene che non si fa forza agli affetti, che non è degno simulare la gioia, e ridurre a cosa teatrale i trionfi: ma se quello era pretto e profondo dolore del benefizio non compiuto, pare a me che dovesse durare un po' più, e con più efficaci segni, e non in quell'incontro, essere significato. Il pensiero di quella giornata mi sta sempre dinanzi; e mi umilia non solo per il vincitore salutato così, ma e per la nazione che dalla sua improvvida credulit

Voi avreste dovuto respingere sdegnosamente il patto di Villafranca: avreste dovuto dire a Luigi Napoleone: io non tradisco le mie promesse; e dire all'Italia: l'alleato straniero ci abbandona; io continuo solo la guerra, e chiedo al Paese la cifra d'uomini, sottratta da quell'abbandono, all'esercito. Voi nol faceste, ma siete in tempo.

Libero una volta del proprio voto, il popolo ha sciolto il problema e s'è chiarito unitario a ogni patto: s'è chiarito tale nelle circostanze più sfavorevoli, sagrificando all'intento l'esercizio d'ogni altro suo dritto, vincendo con insistenza mirabile davvero le paure e i tentennamenti della monarchia, resistendo alle seduzioni colle quali l'alleato straniero e gli atterriti o compri sostenitori d'ogni suo consiglio tentarono travolgerlo in disegni di confederazione che lo condannerebbero a debolezza perpetua.