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Aggiornato: 16 maggio 2025
Cadente il regno della tragedia classica e della commedia goldoniana e non ancor pregiate che dalla schiera colta le opere italiane dei nuovi ingegni e le poche buone che venivan d'oltralpe; appassionata la moltitudine per un bastardo romanticismo drammatico, nel quale ai pochi attori eletti che, pur piegando al falso, intendevano al vero, prevaleva un branco d'istrioni manierati e gonfi come il linguaggio dei loro eroi; miserrimo non per tanto lo stato della più parte delle compagnie comiche, preferendo l'aristocrazia il teatro francese e la borghesia la musica, a cui il teatro di prosa era anche peggio d'ora immolato; disparatissimi infine, senza confronto più che al presente, per essere smembrata l'Italia, i gusti delle varie cittadinanze, che dalla scena distraeva il presentimento, la preparazione, l'incalzarsi dei grandi avvenimenti politici: tali erano il teatro, l'arte, il pubblico quando Gustavo Modena sorse.
Il teatro drammatico italiano deve molto ad Alamanno Morelli. Non pago di insegnare coll'esempio, questo egregio attore, che in molte parti rivaleggiò coi più illustri tanto nel dramma serio come nella commedia goldoniana, si adoperò mai sempre alla creazione di una compagnia-modello, riunendo i migliori artisti dispersi nelle innumerevoli compagnie italiane.
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