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Aggiornato: 5 maggio 2025
Quanto egli ci fu guida capace e sicura nei pericoli, altrettanto si addimostrò paziente ed intelligente nell'aiutarci nelle nostre disagevoli ricerche e segnalazioni le quali se pur riuscirono così modeste, lo sarebbero forse state ancor più senza l'opera sua. Torino, luglio 1896. F. PORRO della Sezione di Cremona. A. DRUETTI, Relatore. Mens. C. A. I.» vol. XIV pag. 199.
La nebbia stagnava sorda e immobile sul ghiacciaio, e lo oscurava. Impossibile rintracciare le peste. Si aggiravano sbigottiti in luoghi per fortuna più paurosi che mortali; il cacciatore di Val d’Orco, sapeva più evitare i mali passi che uscirne. Tuttavia riuscirono a lasciare il ghiacciaio, ma la notte li colse per roccie scoscese, meno disagevoli, ma più pericolose che non fosse il gran letto nevoso. Buono che fu nebbia e non tempesta e che a quelle alture la notte dura meno che al piano. Arrivarono a Gressoney sfiniti ed affamati. Il buon Maquignaz non osò andarli ad incontrare per non parere vanitoso del trionfo, ma l’alpinista, chiamatolo a sè, lo volle abbracciare e il cacciatore ebbe dalla guida provetta una fiera strapazzata che io intesi, la quale terminò con questo consiglio:
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