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La guerra è cosiffatta, e cui non garba il giuoco stia co' frati e zappi l'orto. Dite piuttosto, che patti ci fa il vostro capitano, se noi si rende questo mucchio di pietre? Libera uscita, soggiunse l'araldo, e portando tutti con voi le armature; ciò consente messer Pietro Fregoso, in segno d'onoranza al valore. Il bravo Antonio rimase un tratto sopra pensiero.

Finalmente il generale Zappi proclamò ufficialmente lo stato d'assedio, e impose il disarmo generale, nuovo pretesto di perquisizioni e d'imprigionamenti. Roma era dunque stretta in un cerchio di ferro e di bronzo; e mentre gli sgherri stranieri ribadivano le sue catene, i feroci poliziotti esercitavano liberamente il loro ufficio di manigoldi.

Il 24 ottobre, a mezzogiorno, il generalo Zappi proclamò ufficialmente lo stato d'assedio per Roma e suo territorio, e il disarmo generale. La proclamazione aveva la data in bianco, prova che da molto tempo era preparata, e che non si osava pubblicarla. Era la prima sfida aperta dal governo papale al popolo romano, e ad essa fu data conveniente risposta.

Lo Stato della Chiesa era stato ripartito in zone militari: Viterbo, Civitavecchia, Tivoli, la Sabina, e Campagna e Marittima (Velletri e Frosinone). Queste formavano insieme una mezza divisione sotto il comando del generale De Courten; l'altra mezza divisione, un duemila uomini, risiedeva a Roma, sotto il generale Zappi. Nelle citt