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Per occasione del soggetto che di presente si ha da trattare, primieramente saper si dee che, come tutte le cose, che si comprendono sotto il peso, sotto il numero e sotto la misura, deono essere da una forma certa regolate, che ad un fin le guidi; cosí parimente nel maneggio dell'oro e dell'argento, per ridurre le cose che da essi hanno dipendenza al loro debito fine, ed in particolare il far monete di varie leghe o finezze, quali siano di giusti dati valori e di real corrispondenza in tutti li pagamenti nel conteggiarle, e che stiano per sempre nel loro giusto essere, e che non possano esser mai tose e guaste o fose per rifarne altre, è necessario trovare un ordine ed una regola che a guisa di forma ad essi serva.

Non si toseranno le monete o d'oro o d'argento, percioché, avendosi a pagare o ricevere a peso ed a ragion di puro e di fino, ciascuno cercherá di avere piú tosto le monete giuste che le leggiere o tose: e perciò saranno tenute ed usate le buone bilance ed i giusti campioni.

E non occorrerá ch'alcuno le voglia spendere tose o leggiere; conciosiaché chi le avrá a ricevere, ricordandosi che le dovrá pagare a peso di fino, non le vorrá accettare, e non gli tornerebbe conto, tanto per rispetto della nuova e real tassa delle monete giá fatte, quanto anco per li caratteri e note del valore, della lega o finezza e del peso, che saranno impresse su quelle che di nuovo si faranno, e come nel capitolo XXII. E perché ho detto di sopra che chi fará fare o rifare monete dovrá pagare le fatture; e quantunque ciò debba forse parere cosa strana a molti, non sapendo il buon fine di tal fatto, essendo che non si udí mai dire si trovò giamai che fosse posto in uso nel tempo che regnavano i romani e sotto il loro imperio il cavare le fatture dal corpo delle monete, ch'io sappia, ma solo molti anni dopo, che, con malaintesa invenzione, s'introdusse il cosí cavarle; e parendomi ancora cosa convenevole che ciascuno sopra ciò si paghi di ragione; dico ch'avendo io molte volte considerato e con gran diligenza ricercato se si trovi al mondo cosa che sia piú generale, nelli maneggi delle mercanzie e di molti altri contratti diversamente fatti dagli uomini, di quello che sia l'oro e l'argento ridotto in monete, ed anco se vi sia cosa lavorata che venga contrattata fermamente e senza dubitazione alcuna con i valori delle fatture in essa, nel modo come si fa e si usa delli danari, ciò non ho mai potuto ritrovare.

Il simile ancora si osserverá per li ducati, percioché anch'essi si dovran pesare a libra a libra. E, quanto allo spendere alla minuta, perché alle volte le monete non si potranno cosí pesare ad una ad una, ciascuno si guarderá a non pigliarne di tose.