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Passiamo infine al Monte Matto, che, a vederlo sulla carta, si crederebbe una punta isolata alta m. 3087. Esso costituisce invece due creste molto ragguardevoli, il cui punto di congiunzione è il picco orientale al cui segnale si riferisce la detta quota delle carte; la prima cresta corre per circa 750 metri di lunghezza verso sud-ovest, raggiungendo circa 3095 m. con un largo massiccio granitico; e circa 3092 m. con un altro picco molto acuto, poi supera ancora i 3000 metri in almeno 4 punte secondarie, di cui la maggiore mi parve raggiunga ben 3050 m., e fra le quali trovansi insenature di poco rilievo; la cresta si termina con una specie di torre rocciosa tagliata a picco (circa m. 2950), sotto la quale roccie oltremodo orride, di color nerastro, scendono fra i valloncini di Cuogne e Cabrera. L'altra cresta invece corre per circa km. verso nord-ovest, superando i 3000 m. ancora in quattro o cinque spuntoni di roccia (il più alto sar

In questa sua vasta estensione il ghiacciaio riceve alimentazione dal più elevato circo che in direzione nord-sud dall'Herbetet, per la Becca di Montandeyné, arriva al Gran Paradiso per risvoltare verso est fino alla Testa di Valnontey; di qui una cresta discendente da sud a nord lo separa dal ghiacciaio di Grand Croux, ma questa cresta alla quota 2950 presenta una breccia d'un centinaio di metri, per la quale una parte del suo ghiaccio si precipita con una rapida caduta di seracs sul sottostante ramo sinistro del Grand Croux.

Il sentiero è molto erto ancora, e ci porta alla vetta a 2950 metri, da dove si stende dietro noi l'esteso ed originale, ma monotono panorama delle montagne che veniamo d'attraversare dal Taccazè in poi; alla nostra sinistra sempre l'irta catena del Semien di cui calpestiamo uno sprone, e rimpetto a questo, l'infinito orizzonte che va a confondersi con una miriade di alture che si succedono decrescendo verso le pianure del Sudan; avanti a noi una distesa di colli verdeggianti, gruppi d'alberi e tratti completamente bianchi per le masse di fiori simili a gigli che vi stanno sparsi.

Il terreno è in generale ondulato, e passiamo come una sequela di bacini circolari rinserrati da lievi alture, ma aperti verso sud-est, dal qual lato hanno i loro scoli nelle lontane vallate del Semien. Molti pascoli, ma poco bestiame, paese ricco per natura, ma spopolato e povero per mancanza di braccia e per ignoranza. Verso le due ci fermiamo al villaggio di Coraggit, a 2950 metri. Abbiamo compagni dei venti di nord-est che ci risparmiano le piogge che da lontano si vede tentano di avanzare. La notte e la mattina molto freddo e molta umidit

Verso le tre ci fermiamo ad un piccolo villaggio presso la chiesa Georgis a 2950 metri.