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³³⁴ Diario ined., a. 1788, e disegno dell’una e dell’altra a p. 496. Il medesimo Villabianca, Palermo d’oggigiorno, v. Se col secolo volgente alla sua fine lo Sperone veniva demolito, le cose rimanevano le stesse. Al 5 maggio del 1791 a Porta S. Giorgio eran rizzate le forche: e due aridarii in campis vi eran trasportati mezzo ignudi su carri tirati da buoi.

In uno scoppio di polvere nel bastione di Porta S. Giorgio (21 Febbr. 1788), il Pretore facea prodigi di abnegazione; non meno che nei gravi infortunî del forno di Maiorca ai Formari (21 Febbr., 3 Sett. 1788), e più oltre in quelli del forno di via Materassai (30 Maggio 1793), nei quali, dovere è il confessarlo, la parte migliore della nobilt

³⁰⁶ Il 28 Giugno 1788 il Vicerè Principe di Caramanico, «informato delle perniziose gare che si eccitano tra’ servidori di livrea e volanti, i quali si sfidano a correre furiosamente per lunghi tratti di vie fuori la citt

Per non dire degli anni anteriori alla ricostruzione del S.a Cecilia, costata tremila scudi, dal 1787 in poi, dame e cavalieri vi udirono, deliziandovisi, l’Ariarate del Tarchi, l’Arbace di Fr. ⁵⁶ Anni 1787, 1788, 1798-99 ecc. ⁵⁷ Nota presa nella Biblioteca del Principe di Trabia e nel Giornale di Sicilia del 5 agosto 1794.

Non variano questi ovvii nummi dal secondo tallero del Mocenigo, quanto al tipo, se non nella iscrizione del rovescio e nella data, recando tutti intorno al leone la leggenda PAULO RAINERIO DUCE. Talleri del Renier n'esistono cogli anni 1781, 1784, 1785, 1787, 1788; mezzi cogli anni 1780, 1784, 1786; quarti ed ottavi cogli anni 1780, 1781, 1786; avvertendosi in questi due pezzi minori dentellato il contorno, anziché a fogliame.

Nel dicembre moriva a lei il padre: e la Duchessa vedova, suocera della Palmira, si adoperava col parentado per una conciliazione tra gli sposi, dai quali si sarebbero voluti dei figli. Nel gennaio del 1788 si rinnovava la mancata luna di miele: e «Dio la mandi buona alla detta povera dama! secondo vuole la opinione generale», esclamava il Villabianca; ma fu luna di fiele, fortunatamente breve.

Opere generose come queste eran sovente compiute dai conciatori e sempre dai pescatori della Kalsa¹²⁹. ¹²⁹ Villabianca, Diario ined. a. 1785, p. 172; 1787, pp. 140, 175, 359; a. 1788, pp. 472, 513.

I sonetti son così liberi che noi non sappiamo farli di pubblica ragione; e perciò li lasciamo manoscritti¹⁴³. ¹⁴³ Villabianca, Diario ined., a. 1788, pp. 677-78.