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Ma non soltanto ai nummi delle colonie della Repubblica ho consacrato le veglie mie; lauta è altresì la messe d'illustrazioni che mi fu dato raccogliere alle monete della metropoli. Formeranno queste l'oggetto di ben maggior lavoro, del quale il presente non è che un saggio, e a cui m'accingerò con alacre volont

Per questo io non oscuro gli onor summi d'una e d'un'altra ch'abbia il cor sincero. Quel che 'l Maestro suo per trenta nummi diede a' Iudei, non nocque a Ianni o a Piero; d'Ipermestra è la fama men bella, se ben di tante inique era sorella.

Le sigle ricorrenti nell'esergo del diritto di questi nummi mi richiamano a parlare di una consuetudine della zecca nostra. Il religioso rigore serbato da' Veneziani costantemente nell'esercizio di quest'atto del sovrano potere ch'è la monetazione, gl'indusse a mettere in opera tutt'i mezzi possibili per guarentire il commercio da quelle fraudi che, con tanto danno di esso, avvenivano non raramente nella bont

Vederai ch'io farò che, quando tu verrai meco, non te parterai dal latere nostro. Dimmi un po': chi te ha dato quelli quadranti? MALFATTO. Che quadranti? PRUDENZIO. Questi; questi nummi. MALFATTO. Son quatrini, son quatrini. Voi non ci vedete lume. Che me lli ha dati esso quello. PRUDENZIO. Quale? MALFATTO. Quello che dice che voi site un poltrone. PRUDENZIO. E cognoscelo tu?

A quelli ch'io te dissi. MALFATTO. Non me avete ditto niente, ch'io me ricordi. PRUDENZIO. Come! Non te dissi che tu andassi dietro a quelli che ti avevano dati quelli nummi? MALFATTO. Io non so che vi vogliate dire. PRUDENZIO. Ah furcifer! demente! stolido! MALFATTO. Aspettate, ché me cci voglio un po' pensare.

Non si ha memoria però di nummi particolari di quell'isola prima del 1632, in cui troviamo i

Da questa terminazione, che ho fedelmente trascritta dal Capitolar delle [I[Broche]I], rilevasi, parmi, che un congegno esclusivamente adatto allo stampo delle monete, onde risultassero belle e rotonde, una specie quindi del torchio odierno, fosse nella zecca nostra introdotto da questo Giovanni, che dalla prima sua professione ebbe il nome di Orologiajo. Quale si fosse questo congegno non s'hanno memorie. A chi tuttavia considera la rara perfezione de' nummi usciti dalla veneta zecca gli ultimi anni del secolo XV e fino al principio del XVII, si render

Ma il primo tornese veneziano effettivamente esistente è quello di Andrea Dandolo. Passiamo senz'altro alla descrizione di queste monete. Sono piccoli nummi di lega al titolo suindicato, varianti nel peso da k. 2. 3 a k. 3. 2, del diametro di circa m. 0,015. Nel campo del diritto offrono una piccola croce chiusa da un cerchietto oltre cui sta il nome del doge.

Esposi superiormente per qual ragione s'abbia a riconoscere nella [I[moneta Grimani]I] un segno rappresentativo della lira veneta. Alcune sigle ricorrenti ne' due tipi che qui verrò illustrando li manifestano multipli di quel nummo. Infatti quello maggiore in diametro e in peso porta nel rovescio le iniziali L. X, mentre il minore ha invece L. V, ch'io vorrei interpretare [I[lire dieci]I] e [I[lire cinque]I]. Il Valier, nel passo più addietro riportato, parlando delle monete ossidionali di Candia sotto l'anno 1652 non ricorda se non le monete Grimani e ne tace il valore. Che quel nome abbia a dinotare il pezzo da 10 gazzette che porta l'anno 1646 è fuor d'ogni dubbio, perché vi leggiamo impresso il nome del capitano generale Grimani. Non credo peraltro avanzare un'ipotesi malferma nel conghietturare che ad altre monete successivamente battute fra i rigori dell'assedio si desse il medesimo nome che s'era dato alla prima. Certo è che i due nummi di puro rame che in breve descriverò dovettero subire il ritiro dalla circolazione, se sono oggi ridotti di gran rarit

Avuto riguardo alla lieve eccedenza del titolo di pochi carati per marca, al peso de' nummi che verrò descrivendo, raffrontandolo con quello del soldone ch'era di k. 9. 4/5, e massime alle sigle I e IIII ricorrenti ne' pezzi da 15 e 60 tornesi, si riconosce facilmente che quelle sigle indicano i soldi veneziani a cui si ragguagliavano i pezzi stessi, di modo che un soldo equivalesse a 15 tornesi, essendo quindi il tornese dal primitivo valore di 4 bagattini calato a quello di 4/5 di un bagattino.