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Mi strinse la mano, e si allontanò fischiando un'aria del Barbiere di Siviglia.
105 Il cavallo del Tartaro, ch'aborre la spada che fischiando cala d'alto, al suo signor con suo gran mal soccorre, perché s'arretra, per fuggir, d'un salto: il brando in mezzo il capo gli trascorre, ch'al signor, non a lui, movea l'assalto. Il miser non avea l'elmo di Troia, come il patrone; onde convien che muoia.
Quando andarono a risvegliare dal suo deliquio il signor Gaspare, ch'era rimasto colla pupilla di vetro sulla biscia morta, gli trovarono le mani fredde, i piedi lunghi e la bocca piena di sangue. Soltanto i capelli parevano vivi sul capo. Intanto sull'alto picco della Zeda, un contrabbandiere sfidava il buio fischiando, cantando Sposettina, vien con me....
Non disse motto ma porgendo d'una mano la morta allodola ad Augusto, posò l'altra sulla spalliera d'una sedia, e vi si lasciò cadere con abbandono. Augusto fè una giravolta sui tacchi, chiamò a sè Febo, e s'allontanò fischiando fra i denti. Rimasi solo con essa. Il cuore mi batteva a spezzarsi.
Un solo filo reggeva ancora la corda, le freccie passavano fischiando da tutte le parti e non la colpivano: io guardava la corda e l'abisso, poi la corda, poi ancora l'abisso, e mi contraeva, mi arricciava, mi aggomitolava, come avessi potuto con ciò sollevarmi dal fondo della voragine. Non so quanto durasse quell'agonia.
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