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Aggiornato: 11 giugno 2025
Da molti testimon giurati il caso fecion deporre i frati, onde n'andasse girando a stampa dall'orto all'occaso, acciò al convento la pietá abbondasse. Un testimon non era persuaso, ma pur convenne alfine ch'ei giurasse, perché il prior zelante al Sant'uffizio gli minacciava accuse e precipizio.
Il tentativo riescì quale l'avevamo ideato. La nostra parte era fatta; perchè Napoli non fece la sua? Io accennai altrove, e lo ridico oggi più esplicitamente, provocato dalle menzogne degli avversi a noi, e dalle ingiuste accuse gittate contro ai nostri da uomini buoni, ma precipitosi nei giudizî e incauti nel proferirli; se Napoli non rispose, è dovuto alla frazione così detta dei moderati.
Le accuse a carico di giudici piovono giornalmente sulle colonne dei giornali di tutti i partiti, ma le autorit
E rapido, ma efficace, svelate le gesta dei ribassisti, degli aggiotatori, della banda nera, prometteva per il giorno dopo "di precisare le accuse con altri nomi, con altri fatti, colle cifre e colle date." Badiamo!... arrischiò il Perego, cogli occhi e il viso ancora sfavillanti, il Perego che pareva sprofondarsi dinanzi alla grandezza del direttore. Badiamo agli estremi della diffamazione.
Ma i nemici della nostra santa repubblica vegliano in ogni parte dell'Europa a interpretar male i vostri atti, e ad accusare il popolo d'irreverenza e d'irreligione. Tradirebbe la patria chi fornisse motivo a siffatte accuse.
Non pare anche a lei che sarebbe difficile giustificare la parte avversa, e più difficile ancora ritorcere le accuse contro di lui?... Stia dunque a sentire. E questa volta, presa un'altra lettera dalla stessa cassetta dell'armadio, la signora Auriti cominciò a leggere ella stessa: «Amica mia,
Ma la battaglia durata intorno al Principe, inutile per l'arte e per la scienza, giovò alla morale. A traverso le infinite stravaganze delle interpretazioni e le bizzarrie delle accuse e delle difese tutti riconobbero che nella politica vi è fatalmente una morale. Quale?
Guiberto soggiunse: Ed anche in questo, col vostro permesso, monsignore, voi prendete fallo. Come ebbi inteso della venuta di Alessandro e del suo cancelliero a Montecasino, compresi di leggeri che tanto contro di voi come contro di me non si sarebbe mancato portare solenni accuse. Non occorreva essere Isaia per profetarlo.
Quante fanciulle affacciate alle loro finestre, si saranno ritratte, a quella vista, stizzite; prorompendo in accuse contro sè stesse, e contro i parenti, che non avevano saputo procacciare anche ad esse sì bella sorte!
Il dilicato e gentile amante di Beatrice, il pietoso narratore delle altrui sciagure amorose non ha bisogno qui d'esser difeso dalle accuse di Federigo Schlegel, né dalle altre di M. Hallam, che rinfaccia a Dante troppa ira contro la patria. Dante amava la sua patria piú che chiunque; ma ne odiava i delitti.
Parola Del Giorno
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