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Aggiornato: 2 giugno 2025
Ma un giorno Donna Laura s’accorse d’essere incinta; pianse, si disperò, rimase in una terribile angoscia, non sapendo che risolvere, come salvarsi. Per consiglio del marchese di Fontanella, partì alla volta della Francia; si nascose in un piccolo paese della Provenza, in una di quelle terre solatie piene di verzieri, dove le donne parlano l’idioma dei trovatori.
E mentre tutta la nobile brigata si raccoglieva ad udirlo, Aloise, non senza arrossire un tantino, così incominciò la la narrazione: «Goffredo Rudel, signore di Blaia, è uno dei primi trovatori di cui facciano menzione le cronache di Linguadoca.
Ritornano alla memoria i personaggi del «Parsifal» di Wolfram di Eschenbach e Corradino diventa Parsifal che cavalca per il mondo, per trovare la sacra coppa di sangue del Graal, Elisabetta di Baviera diventa Erzeleide, sua madre, che non lo vuole lasciar partire, e così si presentano Goffredo d'Angiò, il cavalier Gavino e Feirefiz, Arturo e Titurello e il castello di Graal, nella foresta selvaggia, i saraceni, i trovatori, i pellegrini, i penitenti e i saggi dell'Oriente.
Essi sono ferrai, maniscalchi, giocolieri, calderai, incantatori, stregoni, indovini di buona ventura, trovatori di tesori, ladri di fanciulli, scassinatori di porte... cozzoni sopra tutto.
Parola Del Giorno
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