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E a Roma vennero a trovarli anche tutti i loro cari da Milano: la zia Carlotta, curva e striminzita, e lo zio Giacomo tremante e tardo; e Adele, e Nino, e Carlo, e Clarissa, commossi e felici e affettuosi. Molte tenere lagrime furono versate ricordando Valeria, cui non era stato concesso gioire della fama di Anne-Marie, la sua meravigliosa nipotina. Ma vide la gloria tua, Nancy, disse Nino.

Chi ponesse mente alla natura dell'argomento e non ad altro, troverebbe pochi poemi superiori a quello di cui parliamo; nella stessa maniera che pochi guerrieri troverebbe nella storia da poter contrapporre, come rivali in valore e in leggiadria di virtú, a Rodrigo di Bivar, soprannominato il «Cid Campeador». La gloria di Rodrigo oscurò quella di tutti i re de' suoi tempi, e da secolo in secolo discese infino a noi, ad onta di un'infinitá di favole onde anticamente la zotica ammirazione circondò la veritá dei fatti.

Per le quali penne, onde questo corpo si cuopre, intendo la bellezza della peregrina istoria, che nella superficie della lettera della Comedia suona: come l'essere disceso in inferno e veduto l'abito del luogo e le varie condizioni degli abitanti; essere ito su per la montagna del purgatorio, udite le lagrime e i lamenti di coloro che sperano d'essere santi; e quindi salito in paradiso e la ineffabile gloria de' beati veduta: istoria tanto bella e tanto peregrina, quanto mai da alcuno piú non fu pensata non che udita, distinta in cento canti, come alcuni vogliono il paone avere nella coda cento occhi.

Di tal superbia qui si paga il fio; e ancor non sarei qui, se non fosse che, possendo peccar, mi volsi a Dio. Oh vana gloria de l'umane posse! com'poco verde in su la cima dura, se non e` giunta da l'etati grosse!

14 Ed oltre a questi ed altri ch'oggi avete, che v'hanno dato gloria e ve la danno, voi per voi stesse dar ve la potete; poi che molte, lasciando l'ago e 'l panno, son con le Muse a spegnersi la sete al fonte d'Aganippe andate, e vanno; e ne ritornan tai, che l'opra vostra è più bisogno a noi, ch'a voi la nostra.

«.... Imperocchè, o signori, la nostra vita è consacrata a Dio, al principe, alle leggi, e il biasimo de' tristi ci torna a gloria; imperocchè i popoli hanno inteso non poter esser loro nemici coloro che si oppongono ad una barbarie, la quale minaccia la famiglia e la propriet

"....... Ai generosi," "Giusta di gloria dispensiera è morte." Arrivai dal ciabattino; lo stivale era nell'identico stato di quando era entrato in bottega; lo agguantai non senza stiacciar qualche moccolo e a passi di corsa ripresi la via.

Di tal superbia qui si paga il fio; e ancor non sarei qui, se non fosse che, possendo peccar, mi volsi a Dio. Oh vana gloria de l’umane posse! com’ poco verde in su la cima dura, se non è giunta da l’etati grosse! Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, che la fama di colui è scura.

Ma di ciò non occorre dir altro; che ad entrare nel pro e nel contro della ragion di stato d'allora, si dovrebbe dare ad ognuno la sua parte di torto. Va in quella voce notato che alla corte del marchese Galeotto piacque la fiera risposta, e più assai che ad ogni altro, a Giacomo Pico, il quale intravvedeva nella prossima lotta occasione di gloria.

Quand'anche Ravenna non avesse altra attrattiva che la tomba di Dante, e altra gloria che quella di aver offerto l'ultimo asilo al Poeta, ciò basterebbe a preservare eternamente il suo nome dall'oblio.