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33 Deh avesse Amor così nei pensier miei il tuo pensier, come ci ha il viso sculto! Io son ben certa che lo troverei palese tal, qual io lo stimo occulto; e che fuor di gelosia sarei, ch'ad or ad or non mi farebbe insulto; e dove a pena or è da me respinta, rimarria morta, non che rotta e vinta.

Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII

Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII

Ond'ella, che vedea me si` com'io, a quietarmi l'animo commosso, pria ch'io a dimandar, la bocca aprio, e comincio`: <<Tu stesso ti fai grosso col falso imaginar, si` che non vedi cio` che vedresti se l'avessi scosso. Tu non se' in terra, si` come tu credi; ma folgore, fuggendo il proprio sito, non corse come tu ch'ad esso riedi>>.

Voi, ch'ad un'alta e faticosa impresa vedete or me salir audacemente per via mai forse da null'altro intesa, piacciavi d'ascoltare queste lente mie corde in voce lagrimosa e mesta, ch'altro non s'ha d'un'anima dolente.

45 Or tornando a colei, ch'era presaga di quanto de' avvenir, dico che tenne la dritta via dove l'errante e vaga figlia d'Amon seco a incontrar si venne. Bradamante vedendo la sua maga, muta la pena che prima sostenne, tutta in speranza; e quella l'apre il vero: ch'ad Alcina è condotto il suo Ruggiero.

Vengon da' motti ad un parlar che punge, ch'ad amenduo l'esser beffato preme. Fiammetta a' piedi lor si gittò, incerta di viver più, vedendosi scoperta.

Si` com'io fui, com'io dovea, seco, dissemi: <<Frate, perche' non t'attenti a domandarmi omai venendo meco?>>. Come a color che troppo reverenti dinanzi a suo maggior parlando sono, che non traggon la voce viva ai denti. avvenne a me, che sanza intero suono incominciai: <<Madonna, mia bisogna voi conoscete, e cio` ch'ad essa e` buono>>.

pero` che andasse ver' lo suo diletto la sposa di colui ch'ad alte grida disposo` lei col sangue benedetto, in se' sicura e anche a lui piu` fida, due principi ordino` in suo favore, che quinci e quindi le fosser per guida. L'un fu tutto serafico in ardore; l'altro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore.

Dogliomi del mio fratello, che d'una cosa, che volea ch'ad altri fusse occulta, non dovea farne consapevole una fantescaccia: ché le cose, che si devono tener occulte, non deve l'uomo fidarle a persona: ché, se l'uom istesso non può tener secrete le cose sue, come si spera ch'altri le voglia tener secrete?