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Aggiornato: 18 giugno 2025
33 Deh avesse Amor così nei pensier miei il tuo pensier, come ci ha il viso sculto! Io son ben certa che lo troverei palese tal, qual io lo stimo occulto; e che sì fuor di gelosia sarei, ch'ad or ad or non mi farebbe insulto; e dove a pena or è da me respinta, rimarria morta, non che rotta e vinta.
Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII
Se lento amore a lui veder vi tira o a lui acquistar, questa cornice, dopo giusto penter, ve ne martira. Altro ben e` che non fa l'uom felice; non e` felicita`, non e` la buona essenza, d'ogne ben frutto e radice. L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona, di sovr'a noi si piange per tre cerchi; ma come tripartito si ragiona, tacciolo, accio` che tu per te ne cerchi>>. Purgatorio: Canto XVIII
Ond'ella, che vedea me si` com'io, a quietarmi l'animo commosso, pria ch'io a dimandar, la bocca aprio, e comincio`: <<Tu stesso ti fai grosso col falso imaginar, si` che non vedi cio` che vedresti se l'avessi scosso. Tu non se' in terra, si` come tu credi; ma folgore, fuggendo il proprio sito, non corse come tu ch'ad esso riedi>>.
Voi, ch'ad un'alta e faticosa impresa vedete or me salir audacemente per via mai forse da null'altro intesa, piacciavi d'ascoltare queste lente mie corde in voce lagrimosa e mesta, ch'altro non s'ha d'un'anima dolente.
45 Or tornando a colei, ch'era presaga di quanto de' avvenir, dico che tenne la dritta via dove l'errante e vaga figlia d'Amon seco a incontrar si venne. Bradamante vedendo la sua maga, muta la pena che prima sostenne, tutta in speranza; e quella l'apre il vero: ch'ad Alcina è condotto il suo Ruggiero.
Vengon da' motti ad un parlar che punge, ch'ad amenduo l'esser beffato preme. Fiammetta a' piedi lor si gittò, incerta di viver più, vedendosi scoperta.
Si` com'io fui, com'io dovea, seco, dissemi: <<Frate, perche' non t'attenti a domandarmi omai venendo meco?>>. Come a color che troppo reverenti dinanzi a suo maggior parlando sono, che non traggon la voce viva ai denti. avvenne a me, che sanza intero suono incominciai: <<Madonna, mia bisogna voi conoscete, e cio` ch'ad essa e` buono>>.
pero` che andasse ver' lo suo diletto la sposa di colui ch'ad alte grida disposo` lei col sangue benedetto, in se' sicura e anche a lui piu` fida, due principi ordino` in suo favore, che quinci e quindi le fosser per guida. L'un fu tutto serafico in ardore; l'altro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore.
Dogliomi del mio fratello, che d'una cosa, che volea ch'ad altri fusse occulta, non dovea farne consapevole una fantescaccia: ché le cose, che si devono tener occulte, non deve l'uomo fidarle a persona: ché, se l'uom istesso non può tener secrete le cose sue, come si spera ch'altri le voglia tener secrete?
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