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Inoltre non sono favorevole alla quotizzazione dei demanî comunali, e credo che sarebbe più utile e conveniente costituirli in propriet

Però le usurpazioni dei demanî comunali, e la vendita e i censimenti fraudolenti delle terre patrimoniali possono essere consumati dappertutto, perchè in Sicilia non tutti i Comuni posseggono demani comunali e beni patrimoniali possono ripetersi ogni giorno perchè la materia che fornisce occasione al reato, a danno del popolo, si esaurisce.

Ricordisi la legge sulla occupazione de' demani citata di sopra, ch'è la sola obbligatoria anche pei Francesi e Provenzali. In un diploma del 16 aprile 1274, re Carlo commette al vicario di Sicilia, che gli abitanti di Eraclea non sian molestati spogliati dai vicini, che non sono Francesi Provenzali; che è una diretta confessione, o almen prova quali suonassero i richiami del pubblico.

Ma dato che si arrivi comunque allo spezzamento del latifondo e alla costituzione di numerosi piccoli proprietarî rurali, cura somma dello statista dovrebbe essere quella di saper conservare; poichè si sa che i piccoli proprietarî sorti dal censimento dei beni dell'asse ecclesiastico e dalla quotizzazione di alcuni demanî comunali sono nella massima parte scomparsi: i loro campicelli furono inghiottiti dall'antico latifondo limitrofo o servirono a costituire qualcuno nuovo.

Possedea vasti demani re Carlo. E i cortigiani anelanti a precorre il principe ne' suoi vizi, pieni di zelo con lui borbottavano: dilapidarsi da' coloni que' suoi poderi; niun frutto ritrarsene; essere i sudditi ricchi troppo; a questi addossasse il maneggio de' beni, con patti accorti: non era egli il signore di lor vita e sostanze? Societ

Di gran momento sembrami in cotesto nuovo principato la novazione del baronaggio. Perchè il picciol signore d'Angiò e di Provenza, armando per tanta macchina di guerra, avea tolto in presto molto danaro, molte schiere condotto di speranza più che di stipendio; onde gli era forza soddisfare a' conquistatori e sostegni del suo trono; e appena messovi il piè, al gran lotto diede opera . E nulla erano gli ufici pubblici lucrativi, ancorchè a' soli suoi li serbasse; nulla i benefici ecclesiastici, che conferiva a quei soli; di terreni, di feudi facea d'uopo. Entrò Carlo dunque in una inchiesta strettissima dei demanî, de' baronaggi tutti, delle sostanze di Manfredi e de' suoi; non a cercare, ma a trovare vero o supposto vizio nel possedimento. A ciò i veltri del fisco, affamati, sagaci, invidiosi, ivano in traccia, svolgean vecchie carte, su dritti e usanze cavillavano, vinceano in diligenza lo stesso re. A vetust