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Aggiornato: 13 maggio 2025
I fatti di Campobello ebbero una coda dolorosa: il pretore, Annibale Mattioli, mosso a piet
Pregai il generale Morra perchè volesse consentire la ricostituzione della cooperativa, che riusciva utilissima ai lavoratori; denunziai il provvedimento impolitico ed inumano alla Camera; ma ebbi in risposta, e dal primo e da chi si eresse a suo difensore in Parlamento, l'on. Filì-Astolfone, che non si poteva perchè la Cooperativa di consumo di Campobello era una dipendenza del Fascio locale.
Una ce n'era a Campobello di Licata, e che si era costituita con grande stento, riunendo i magrissimi risparmi dei poveri lavoratori, e che riusciva invisa oltremodo ai maggiorenti del paese e si dice anche, per loschi motivi personali. Appena proclamato lo stato di assedio venne disciolta e si sequestrarono.... il pane, il vino, l'olio, la pasta.
Il Fascio di Campobello di Licata ricorse di recente al Consiglio provinciale di Girgenti perchè quel Consiglio comunale, per creare un corpo di 21 guardie campestri, istituì una tassa sui proprietarî sulla base di lire 8 per ogni salma di terra, ma colla clausola che sarebbero tassati solo i proprietari, che possedono sino a sei salme.
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