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Dopo un gran misurare di gambe, finalmente trovammo una gamba media nel buon svizzero di Zurigo, che cercò di abbondare nella misura col suo bel passo di scavalca montagne. Come vedi, il luogo non poteva essere più adatto. Non pare la valletta descritta dal Tasso nel famoso duello di Argante e Tancredi?

Facemmo adunque più lungo vïaggio, vòlti a sinistra; e al trar d’un balestro trovammo l’altro assai più fero e maggio. A cigner lui qual che fosse ’l maestro, non so io dir, ma el tenea soccinto dinanzi l’altro e dietro il braccio destro d’una catena che ’l tenea avvinto dal collo in giù, che ’n su lo scoperto si ravvolgëa infino al giro quinto.

Non posso dire quanta dolcezza supplichevole c’era in quelle parole: Vuole, signore? Sicuro che volevo, anche a costo di passarci due giornate volevo; al piccolo Cervino ci sarei salito un’altra volta, perchè sulle vette era inutile cercare. Sul ghiacciaio, che, valicato appena il Teodulo, sale verso il Breithorn, trovammo delle peste.

Ma per noi fu al sommo disastrosa la diserzione sulle ultime ore di moltissimi camerati, in guisa che mentre in principio eravamo a Monterotondo dalle otto alle nove migliaia di militi, ci trovammo il giorno di Mentana poco meglio di quattro mila.

Da Colle Fiorito fino all'entrata della valle di Tesino, si ascende per facile pendio tappezzato di verdi erbette, nudo di alberi e di cespugli; e quindi, dove comincia il declivio, la strada diventa più malagevole e va intricandosi in una specie di laberinto, ove di leggieri ci saremmo smarriti, se il talento dei quadrupedi in tali casi non guidasse quello dell'uomo. Cavalcammo tutta notte senza mai arrestarci, ed allo spuntare dell'alba ci trovammo aver superata la spaventosa vallea, dove, per la pioggia abbondante caduta pochi innanzi, il torrente s'era ingrossato a tal segno che il mio povero asinello più volte aveva nuotato nell'acqua fino alla pancia. Verso le dieci del mattino, entrammo in Spoleto. Quivi era giunta una colonna mobile di soldati volontari, reclutati dal generale Arcioni, parte in Toscana, parte nelle citt

Giunti alla sala da pranzo, trovammo la tavola imbandita. Il curato mi fe' sedere alla sua destra; uno dei due preti che avevo intraveduto alla messa fu invitato a porsi dall'altra parte, e gli altri presero posto come vollero. Eravamo otto commensali.

Svoltammo..., e ci trovammo davanti a uno spettacolo stupendo. Trecento cavalieri, vestiti di mille colori, sparpagliati in un grandioso disordine, ci venivan incontro a briglia sciolta coi fucili nel pugno, come se si slanciassero all'assalto d'un reggimento.

Il giorno 24 fu ordinata l’ascensione del monte vicino, nella cui valle, che è al lato opposto, siede il comune di Piana dei Greci. Non si perdè tempo: erano le 6 di sera, e ci trovammo in un bivio che tiene a destra la strada rotabile che conduce a Corleone e Giuliana; a sinistra un sentiero che porta al bosco di Ficuzza (questo nome vi ricorder

Mi disse che doveva parlare a Ntoni per l'affare della morella che gli avevano rubata, e che don Peppino, pregato da lui, aveva fatto cercare: s'era trovata, e Ntoni poteva andarla a prendere alla Gerbina: mi disse che alla masseria di quel feudo quel giorno c'era condito, mi ci volle condurre a ogni costo, e ci andammo. trovammo don Peppino.

Davanti alla casa di Massimo trovammo l'altra carrozza. Dato un fischio «come augel per suo richiamo» si aprì una finestra al terzo piano: Massimo mise fuori la testa, ci fece un segno e cinque minuti dopo le due carrozze uscivano da Porta Vigentina. Come ti senti? chiesi a Massimo ch'era salito nella mia carrozza. Sono grigio borbottò.