United States or Madagascar ? Vote for the TOP Country of the Week !


Breve pertugio dentro da la Muda, la qual per me ha ’l titol de la fame, e che conviene ancor ch’altrui si chiuda, m’avea mostrato per lo suo forame più lune gi

Così per Carlo Magno e per Orlando due ne seguì lo mio attento sguardo, com’ occhio segue suo falcon volando. Poscia trasse Guiglielmo e Rinoardo e ’l duca Gottifredi la mia vista per quella croce, e Ruberto Guiscardo. Indi, tra l’altre luci mota e mista, mostrommi l’alma che m’avea parlato qual era tra i cantor del cielo artista.

per che la voglia mia saria contenta d’intender qual fortuna mi s’appressa: ché saetta previsa vien più lenta». Così diss’ io a quella luce stessa che pria m’avea parlato; e come volle Beatrice, fu la mia voglia confessa. per ambage, in che la gente folle gi

⁸ «Salsi colui che, inanellata pria, Disposata m’avea con la sua gemma

cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com’ è ’l presente rio, che sovra tutte fiammelle ammorta». Queste parole fuor del duca mio; per ch’io ’l pregai che mi largisse ’l pasto di cui largito m’avëa il disio. «In mezzo mar siede un paese guasto», diss’ elli allora, «che s’appella Creta, sotto ’l cui rege fu gi

Io avea una corda intorno cinta, e con essa pensai alcuna volta prender la lonza a la pelle dipinta. Poscia ch’io l’ebbi tutta da me sciolta, come ’l duca m’avea comandato, porsila a lui aggroppata e ravvolta. Ond’ ei si volse inver’ lo destro lato, e alquanto di lunge da la sponda la gittò giuso in quell’ alto burrato.

Breve pertugio dentro da la Muda, la qual per me ha ’l titol de la fame, e che conviene ancor ch’altrui si chiuda, m’avea mostrato per lo suo forame più lune gi

Io avea una corda intorno cinta, e con essa pensai alcuna volta prender la lonza a la pelle dipinta. Poscia ch’io l’ebbi tutta da me sciolta, come ’l duca m’avea comandato, porsila a lui aggroppata e ravvolta. Ond’ ei si volse inver’ lo destro lato, e alquanto di lunge da la sponda la gittò giuso in quell’ alto burrato.

non mi lasciar», diss’ io, «così disfatto; e se ’l passar più oltre ci è negato, ritroviam l’orme nostre insieme ratto». E quel segnor che m’avea menato, mi disse: «Non temer; ché ’l nostro passo non ci può tòrre alcun: da tal n’è dato. Ma qui m’attendi, e lo spirito lasso conforta e ciba di speranza buona, ch’i’ non ti lascerò nel mondo basso».

cosa non fu da li tuoi occhi scorta notabile com’ è ’l presente rio, che sovra tutte fiammelle ammorta». Queste parole fuor del duca mio; per ch’io ’l pregai che mi largisse ’l pasto di cui largito m’avëa il disio. «In mezzo mar siede un paese guasto», diss’ elli allora, «che s’appella Creta, sotto ’l cui rege fu gi