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Furente, ella fa l’atto di prendere per le spalle la cognata che si scosta, bianca piuttosto come una larva che come una creatura. Mortella. Non mi toccare. Bada! Toccheresti la morte. Giana. Di’ tutto, dunque. Parla! Voglio. Mortella. Mi reggo la mascella, non il cuore. Con l’ospite... La voce le si dirompe nel gran tremito. Giana. Ebbene? Mortella. Con l’ospite non è di nuovo entrato un amante?

Sente reminiscenze confuse e tentatrici, tutto par giovane in lui fuorchè l’atto di nascita. Confessa ben che il pungolo del desiderio non è tanto cocente come per lo passato, ma non si crede disarmato al punto di dover rinunziare alla lotta ed al trionfo.

L’atto più comune di urbanit

Nell’uomo non vi sono quasi mai complicazioni, ma nella donna arriva a tali raffinatezze, che questo vizio diventa la sorgente di manovre indecentissime. Nel fanciullo l’atto è accompagnato da tal godimento, che egli cerca incoscientemente di riprodurlo quanto più può. Verso il decimo e il quindicesimo anno la masturbazione è più frequente.

Allora l’immaginazione cerca, trova ed inventa. Nuovi eccitanti si offrono allo spirito, ed il disgusto che in altri tempi avrebbe ispirato l’atto contro natura, appare come l’unico mezzo per realizzare la soddisfazione dei loro desiderii.

Donna Laura si levò, macchinalmente, e seguì il vecchio che le diede aiuto nel salire. Perchè saliva ella? Perchè passava il fiume? Non pensò; non giudicò l’atto. Il suo spirito, così colpito, rimaneva ora inerte, quasi immobile in un punto.

È fama che codesta distinzione avesse voluto una volta arrogarsela il March. di Geraci Ventimiglia recandosi col Vicerè Duca de Uzeda a passeggiare alla Marina, e che questi, per tanta impertinenza, lo avesse mandato in carcere. L’atto del Ventimiglia fu invero audace; ma il nobil uomo non poteva dimenticare di essere il Marchese per eccellenza, in tutta Sicilia¹²⁰, un piccolo re dei suoi stati con facolt

Per non soffrire a la virtù che vole freno a suo prode, quell’ uom che non nacque, dannando , dannò tutta sua prole; onde l’umana specie inferma giacque giù per secoli molti in grande errore, fin ch’al Verbo di Dio discender piacque u’ la natura, che dal suo fattore s’era allungata, unì a in persona con l’atto sol del suo etterno amore.

e dei saper che tutti hanno diletto quanto la sua veduta si profonda nel vero in che si queta ogne intelletto. Quinci si può veder come si fonda l’esser beato ne l’atto che vede, non in quel ch’ama, che poscia seconda; e del vedere è misura mercede, che grazia partorisce e buona voglia: così di grado in grado si procede.

con quella parte che si rammenta congiunto, si girava per le spire in che più tosto ognora s’appresenta; e io era con lui; ma del salire non m’accors’ io, se non com’ uom s’accorge, anzi ’l primo pensier, del suo venire. È Bëatrice quella che scorge di bene in meglio, subitamente che l’atto suo per tempo non si sporge.