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L’anno non era ancora finito che altro grave incidente avveniva. Il 10 dicembre il messinese Dr. Giuseppe Palazzo Andronico dissertava sulla necessit

Trattavasi di vita: e nessun mezzo si lasciava intentato per salvarla a chi era in pericolo di averla troncata. L’anno 1777 i condannati a morte eran dieci, ed il graziando doveva essere uno.

L’anno 1795, «l’eroe degli scellerati», come lo chiamarono gli avvocati di Madame la Mothe, moriva, come abbiam detto, d’accidente³⁵⁷: proprio cent’anni dopo che nella medesima fortezza, pei medesimi misfatti di lui e per opera della medesima Inquisizione esalava il suo maligno spirito il celebre impostore Giuseppe Borri!³⁵⁸.

Che Dio vi benedica tutti per l’anno nuovo, e con voi benedica l’Italia, e inspiri gli animi degli italiani, affinchè si ricordino d’essere prima di tutto e rimaner sopra tutto tali». In data del primo gennajo, 1918: «Anno che nasci nella strage e dalla strage, possa tu finire in pace, e che il sangue versato sia fecondo almeno!... Ma pace non può per noi significare che vittoria.

Meccanica, parola comunissima a quei giorni, si diceva lo scandaglio che tre volte l’anno il Senato eseguiva per vedere se una data quantit

L’anno 1783 il Senato, forse per ingraziarsi il Sovrano, faceva istanza perchè gli fosse consentito che la Fontana pretoria togliendosi dal posto d’allora

Ora, è chiaro che le invettive e le maledizioni della Chiesa non tolgono che, nell’imperatore Giuliano l’uomo e l’azione siano singolarmente interessanti. Non vi può essere studio storico più attraente del ricercare le origini, le cause, le conseguenze della restaurazione politeista a cui il giovane imperatore ha posto mano. Quelle invettive e quelle maledizioni non possono nascondere il vero a chi appena guardi la storia e i documenti; e il vero è che Giuliano fu un uomo per eccellenza geniale, un uomo che, dopo aver passate l’adolescenza e la giovinezza immerso negli studi, da cui, ad ogni istante, lo distraeva l’aspettazione di essere trucidato ad un cenno dello scellerato cugino che sedeva sul trono imperiale, investito, improvvisamente, di un supremo comando militare, in una posizione che pareva disperata, si rivela, in breve tempo, generale di altissimo valore, e conduce una campagna meravigliosa, coronata da splendide vittorie. La sua vita pubblica è chiusa nel breve ciclo di otto anni, dal 355, l’anno in cui è mandato nelle Gallie a fronteggiare le invasioni germaniche, al 363, l’anno in cui cade sul campo di battaglia combattendo eroicamente i Persiani. Questi otto anni furono tutti spesi in una vita agitata, piena di avventure e di preoccupazioni amministrative e militari. Eppure, il giovanissimo imperatore, che doveva morire a trentadue anni, non abbandonò mai i suoi studi, non interruppe mai la sua attivit

come i Roman per l’essercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che da l’un lato tutti hanno la fronte verso ’l castello e vanno a Santo Pietro, da l’altra sponda vanno verso ’l monte. Di qua, di l

Il giorno che vendette l’ultima pezza di prato Teresa stava nell’aia a guardare il padrone che se ne partiva soddisfatto. Era sul finire d’ottobre, una giornata serena e fredda, meno trista però che al piano, perchè gli abeti durano verdi tutto l’anno. Guglielmo s’accostò a Teresa che pareva di cattivo umore:

³⁴³ Da una nota testè trovata dall’onorevole Principe Pietro Lanza di Trabia in un Diario del suo bisnonno, D. Giuseppe Lanza e Branciforti, sappiamo che proprio in quell’anno l’antico Circolo di Cesarò passava accanto al teatro Carolino, cioè nella casa di S. Lucia, e che l’anno seguente vi teneva una splendida festa.