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I villani accorsi al rumore stavano a bocca aperta dietro la siepe di robinia e ridevano alle smorfie del buffo, tenendosi il ventre vuoto colle due mani per non lasciarlo crepar dalle risa. Si mangiò per dodici bocche e si bevette per ventiquattro con meraviglia dello stesso sor Mauro che, in quanto al bere, purchè non fosse acqua, dava dei punti a un prato.

Il Tokay, suggerì prontamente la Baronessa. Poi, in modo che si vedesse bene, si morse le labbra. Ah! le era sfuggito.... Egli depose il bicchiere e la guardò.... Ah! si ricordava! Sorrise e bevette. Dopo tutto, che male c'era? Essa cominciò subito a parlar di tutt'altro. Poi, come se cercasse un rifugio più definitivo, tornò sull'argomento di Milla. Vi assicuro che è simpaticissima.

E tolto il bicchiere dalla fante, lo porse egli stesso alla vecchia che lo bevette senza più renitenza. Ma ecco a questo punto aprirsi di nuovo la porta, ed entrare sollecita una giovine signora, vestita con modesta semplicit

Bevette fin che non ne potè più, e poi si abbandonò sulla carogna del suo cavallo, incapace di più muoversi, in preda ad un dolore di testa infinito; in preda a certi tremiti, a certi vomiti spaventosi, che poi cessarono, lasciandogli una grande sfinitezza e facendolo cadere in un supremo letargo.... Un dolore terribile ai polsi lo fece rinvenire. Spalancò gli occhi.

Era la vigilia del Natale. Di grasso! gridò indispettito, offeso, sdegnato che si osasse anche sol sospettare che egli poteva fare il magro nella vigilia del Natale. Coprì d'improperi il cameriere, che gli portò la cena. Cenò e bevette qualche gotto di vino. Durante la cena gli ritornarono alla memoria le parole di Narciso Rossi, che gli sembravano così paradossali.

Don Ignazio trasse di sotto alla gonnella una boccetta, ne vuotò il contenuto in un bicchiere ed aiutato dalla suora, sollevò il capo della moribonda che aprì macchinalmente la bocca e bevette fidente od inconscia tutta la pozione.

Sentendo un mormorìo d'acqua, Ezio volle arrestarsi a bere. S'inginocchiò sull'erba, stese la mano al rigagnolo, bevette nei palmi di quell'acqua diaccia, se ne bagnò il viso, la testa, s'inebriò di quella freschezza.

Il capitano Fiesco bevette un sorso, e ripigliò la lettura.

Ne fece un batufoletto, l'ingoiò, bevette un sorso d'acqua, e pensò con un sospiro di tenerezza e di compiacimento: Povera ragazza!... È proprio innamorata!

Scese fino al canale, vi appoggiò la bocca riarsa e bevette a lungo di quell'acqua sincera che veniva dal cuor della montagna. Poi si voltò a contemplare la luna che dietro il ricamo delle mobili piante pareva navigare verso un polo lontano.