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Si sentiva vile, sporco, cinico, macchiato dall'indelebile peccato della carne, simile a qualunque animale senza intelletto e senza cuore; faceva orrore a se stesso.

Mortella. Non meno vile, avete preferito di scrollarmi e di torcermi i polsi. Gherardo Ismera. Ho sperato di sopraffarvi, di piegarvi, e di salvare ancóra il mio segreto dalla profanazione. Mortella. Dalla profanazione? Gherardo Ismera.

«Con questo mi pare che vogliate tacciarmi di vile, e voi mi dite cosa senza significato; io vi dirò onesto, e avremo detto una menzogna od una stoltezza per uno.» «Drengotto

È un ricordo profondamente vergognoso, che i nostri possidenti non si siano indotti prima a riflettere seriamente sulla situazione delle classi lavoratrici trasformata dalla libera concorrenza, se non davanti allo strepito minaccioso dei comunisti, se non davanti allo spettro rosso. Quando Saint-Simon sferza il vile egoismo dei legisti, come chiama i liberali, e afferma che la loro divisa è ôte-toi de l

In altr'uom, gioventù non mai simile Rodi mirò; viso vermiglio e bianco, E per nobile sangue aria gentile, Ed in robuste membra animo franco. Ma perchè tanto onor sembrasse vile, La forza del tesor gli venne manco; Ed a Creùsa, onde Alcimida nacque, II povero pregio unqua non piacque.

So, che fuor me ne serra eternamente il sangue, ond'esco; e so, che in me tua immago, contaminata del sangue de' miei, loco trovar mai non dovria: ma forza di fato è questa. Or, se il fratello, il padre, da te svenati io non rimembro, ardisci tu a delitto il fratello e il padre appormi? NER. A delitto ti appongo Eucero vile... OTTAV. Eucero! a me?... NER. ; l'amator, che merti.

LIDIA. Certo che ha ragione ed è uomo di giudizio. BALIA. Ama, figlia, chi t'ama e odia a morte chi t'odia. LIDIA. Digli che me si scuopra. AMASIO. Se promettete di amarlo, lo fará volentieri. LIDIA. Dimmi prima chi sia. AMASIO. Non è negozio questo da spedirsi cosí in fretta; egli è tanto vile che stia buttato in mezo la strada, che si lasci raccôr da ognuno. LIDIA. Che dice dell'amor mio?

Ma che ne avrebbe detto Narciso Rossi? Lo avrebbe giudicato egualmente vile; oppure avrebbe pensato che non si poteva fare senza di lui; che egli, Narciso, era indispensabile? Avrebbe potuto rimproverargli la sua colpa? No.

I tosatori di monete, che con tante leggi sono minacciati, e, qualunque volta incappano e sono scoperti, pagano il vile, benché non picciol loro guadagno con la vita e con l'onore, non perciò restano di praticare l'indegno esercizio, levando dagli ori, non meno che dagli argenti, quella quantitá che credono poter rapirne senza discapito del corso abusivo di quelle.

Ella dice: Diletto mio, è bene lo stare unita con te solo. E Gesù, chinandosi verso di lei e abbracciandola: E a me è sempre soave cosa lo stare unito con te, mia diletta. E lei: Io, vile femminella, ti saluto, Signor mio amatissimo. E lui: Ed io ti rendo il saluto, amorosissima mia. E un'altra volta la bacia su la bocca e sul petto.