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10 Come di capitani bisogna ora che 'l re di Francia al campo suo proveggia, così Marsilio ed Agramante allora, per dar buon reggimento alla sua greggia, dai lochi dove il verno fe' dimora, vuol ch'in campagna all'ordine si veggia; perché vedendo ove bisogno sia, guida e governo ad ogni schiera dia.

Il legno vinto in più parti si lassa, e dentro l'inimica onda vi passa. 15 Muove crudele e spaventoso assalto da tutti i lati il tempestoso verno. Veggon talvolta il mar venir tant'alto, che par ch'arrivi insin al ciel superno. Talor fan sopra l'onde in su tal salto, ch'a mirar giù par lor veder lo 'nferno. O nulla o poca speme è che conforte; e sta presente inevitabil morte.

Come chiusi quegli occhi in sonno eterno E mira il volto impallidito e scuro, Freme Alete così, ch'orrido verno È su per l'onde a rimirar men duro. Presta a quell'empio, o Regnator superno, Presta i fulmini tuoi; non fia sicuro: Chè de l'estinta gioventù diletta, A mal grado di te, vuò trar vendetta.

Fulmina in arme il cavalier sublime, E, sparso il volto di disdegno interno, Prego non ode, i guerreggianti opprime, E fa de' fuggitivi aspro governo. Gran selce par, giù da l'alpestri cime, Da l'onde spinta e da l'orribil verno, Che scote d'Apennin l'ombrose spalle, E da lontan fa ribombar la valle.

E un povero rampichino tra quei negri viluppi di stecchi, che un erano piante squadrate a piramidi ed a vasi, di ramo in ramo; svolazza salticchiando, la testolina in basso, il pennacchietto arruffato, le piume impacciucchiate, e viene e viene, e viene qua ai cancelli panciuti della corte, alle tortuose scalee dei terrazzi, alle fredde fenditure delle imposte, da cui il verno scolla le vernici squammate...

Non sien le genti, ancor, troppo sicure a giudicar, come quei che stima le biade in campo pria che sien mature; ch’i’ ho veduto tutto ’l verno prima lo prun mostrarsi rigido e feroce, poscia portar la rosa in su la cima; e legno vidi gi

38 A chi'l petto, a chi'l ventre, a chi la testa, a chi rompe le gambe, a chi le braccia; di ch'altri muore, altri storpiato resta: chi meno è offeso, di fuggir procaccia. Così talvolta un grave sasso pesta e fianchi e lombi, e spezza capi e schiaccia, gittato sopra un gran drapel di biscie, che dopo il verno al sol si goda e liscie.

Ma, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son; Muto è del cielo il raggio, Triste è de l'arpa il suon; Qual vana ala di zeffiro Passo nel mio vïaggio, E, rieda il verno o il maggio, Mesta e soletta io son. O immagini lucenti Di più felici , Sogni de l'arte ardenti, Il vostro april sfiorì; Invan chiedo le olimpiche Forme a le nuove genti, O immagini lucenti Di più felici .

Va, ma prepara Non meno alle sventure Che a' trionfi il tuo petto. In ogni sorte L'ìstessa è la Virtù. L'agita, è vero, Il nemico destin, ma non l'opprime; E quando è men felice, è più sublime. Quercia annosa su l'erte pendici Fra 'l contrasto de' venti nemici Più secura, più salda si fa. Che se 'l verno le chiome le sfronda, Più nel suolo col piè si profonda; Forza acquista se perde belt

Voi avrete due tonache nuove; una per la state di cammellotto, e l'altra pel verno di panno; e ancora due para di calzoni, perchè ieri... mi parve veh! di vedere quelli che portate ridotti in pessimo arnese... E voi due gonnelle; una di stame, e l'altra di lana. E le stoviglie? E gli asciugamani?