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De Nittis, trovandolo per strada, potè appena trarselo a casa colla scusa di fare tutti insieme colezione con Bice. Volete strapazzarmi, non vengo. Lo meriteresti. Perchè non rimango in casa ad aspettare il secondo accidente, che mi porti via! borbottò scrollando le spalle. So presso a poco quanto può tardare alla mia et

Dopo un istante si riaperse la porta; entrò nella stanza il cardinale Baldoni, e si genuflesse. Il Papa gli fe' cenno di alzarsi, e di venire innanzi. Venite, figliuolo, disse: la vostra visita è benvenuta in questo momento. Voglia il Signore che io sia esaudito nella grazia, che vengo a domandare a Vostra Santit

Vi espongo tosto lo scopo della mia visita, disse il conte all'ufficiale; io vengo da Rimini, l

No, vengo da voi: debbo riordinare le mie cose, perchè la mia cameriera non sapr

Don Teodoro! ripetè egli, vedendo che l'abate, contro il solito, era distratto: Faccia presto, le dico, se vuole arrivare in tempo. Andate innanzi: secco rispose: io vengo subito. Aspetto per farle lume, don Teodoro.... Or bene, eccomi.

Stanco d'una vita irrequieta e tumultuosa, stomacato delle umane passioni che amareggiano la vita pubblica, vengo a ritemperarmi al paterno focolare, che mi rammenta gli anni felici della prima gioventù. E in tanta baraonda d'affari sono diventato vecchio senza ritornare al paese a respirare un po' d'aria sana e vitale, della quale ho tanto bisogno.

Signora Teresa, signora Stella! diss'egli con voce timida e commossa: vengo a salutarvi, perchè... men vo lontano di qui, dove Dio vuole. E stesa loro una mano, col rovescio dell'altra rasciugossi una lagrima. Era vestito d'una casacca nuova di tela grossolana; portava le uose nere e male assettate alle gambe, e sul berretto alla soldatesca, cucito in rosso il numero 8.

Chetatevi! chetatevi! Ora vengo al busilli. Non volevo darvi la nuova così d'un tratto. Io, vedete, sono un uomo flemmatico: e tuttavia sono stato ad un pelo di rotolar dalle scale, per la contentezza, e di sgualcirmi il soprabito. Egli è ben vero che le scale del palazzo Teirasca non sono come le nostre, e ci si potrebbe ruzzolare vestiti di bianco, senza paura d'insudiciarsi!...

Oh, siate il ben venuto: da lui potrete intendere il vero. ALESSANDRO. Vengo desioso a trovar Filigenio mio amicissimo. FILIGENIO. Anzi capitalissimo inimico; e vo' piú tosto l'odio di molti, che la tua amicizia,

Ma prima che morisse, desiderarei restituir l'onor che l'ho tolto, e scoprir l'inganno che l'ho fatto. PANIMBOLO. Ecco il vostro fratello che viene a voi. DON FLAMINIO. Don Ignazio ché al tradimento che v'ho fatto, non son degno d'esservi di chiamarvi fratello, vengo a voi ad accusar il mio fallo: io son quello iniquo che avanzo d'iniquitá tutti gli uomini.