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Ai piedi del monte esiste ancora il guado del Tevere che gl'imperatori solevano passare, presso l'antico Flaianum, oggi Fiano.

Schifosa tirannide è quella del prete! che prostituisce l'Italia allo straniero e la vende per la centesima volta! La più depravata delle tirannidi! Era una notte d'Ottobre umida, oscura, ventosa. La pioggia avea cessato di grandinare sulla superficie rilucente ed increspata del Tevere.

Tognetti aveva aspettato il suo amico Monti al cominciare del Ponte Rotto; avevano insieme varcato il Tevere in quel punto che serba ancora i vestigi dell'eroismo di Orazio Coclite, e costeggiando il fiume, si avviarono verso le falde dell'Aventino: essi dovevano recarsi alla grotta misteriosa.

L'idea dunque di un mondo fatato di tesori immersi nel fiume assicurò per un istante un interesse fantastico al progetto di Garibaldi. Ma quale più grande e mirabile tesoro per Roma, del Tevere stesso? Come rassegnarsi a perderlo per l'incerto rinvenimento di questi tesori?

Testimoniano alcuni storici come ora dai supremi capitani si concepisse il disegno d'ingaggiare una battaglia campale assaltando la sinistra dei Francesi, e prese le opere loro a rovescio, spingerli nel Tevere; ma a ciò io non credo; forse taluno lo desiderò e lo disse, ma dal detto al fatto ci ha gran tratto, con tanta disparit

Dall'anno 1530 fino ad oggi la storia delle inondazioni del Tevere è stata accuratamente trattata in relazione alle cause delle inondazioni stesse. Questa storia rappresenta la desolazione della citt

Il benemerito bibliotecario dell'Alessandrina di Roma, Enrico Narducci, ebbe la felice idea di riunire in un catalogo tutti gli scritti sull'argomento, così pubblicò il suo Saggio di Bibliografia del Tevere. La biblioteca dell'antico Pater Tiberinus non conta oggi meno di 412 numeri di scritti di ogni specie e natura; di epigrafia, storia, geografia, archeologia, tecnica, epigrammatica, poesia, e via dicendo, ed anche di bolle e editti papali; e in essa si ha uno specchio delle facolt

E giunge finalmente sulla riva del Tevere, in vista di San Pietro, davanti a un'ara modesta, donde cento voci fioche lo salutano: Noi pur, noi pur pugnammo in cinque contro venti, E non fu indarno, o patria, il sangue, il morir!

Per duol bestemmia, e mostra invidia immensa, che venne tardi e così ricca mensa. 38 Quel giorno e mezzo l'altro segue incerto il cavallier dal negro, e ne domanda. Ecco vede un pratel d'ombre coperto, che d'un alto fiume si ghirlanda, che lascia a pena un breve spazio aperto, dove l'acqua si torce ad altra banda. Un simil luogo con girevol onda sotto Ocricoli il Tevere circonda.

Partito la mattina alle cinque da Civita Castellana, giunsi in poche ore a Borghetto, pittoresco castello sul fiume, oggi l'ultimo villaggio pontificio, sotto il quale il Tevere scorre in una larga e bella valle; gli sono vicini i monti della Sabina, e con essi molte localit