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La campanella non suona mai da morto! Non conta mai quelle istorie piagnolose e lugubri: ma sempre suona a festa: e, se una monaca è all'ultima avemaria del rosario di questa vita, suona a doppia festa.

Non viene rispose la sorella di Luise. E soggiunse guardandomi: Ne siamo tutti così desolati! Vidi Luise mandarle un'occhiata di rimprovero. E il vecchio Topler, almeno? riprese l'altra. Ho tanta voglia di udirlo! M'han detto che suona anche col naso e con le ginocchia. Non verr

È l'ora legale disse il più giovane dei personaggi... Il richiamo dello vergini suona tuttavìa...

E ancor mi dici: (e tal silenzio è intorno che il battito dei polsi nell’orecchio mi suona)

A quel tocco, all'intendere una voce che le suona qual dovette a Lazaro quatriduano sonare quella del divino amico che dal regno dei morti lo richiamava, si sveglia anch'essa, e trovasi in braccio al suo Francesco: in braccio ad esso, e fra loro il fanciullo.

<<Figliuol mio>>, disse 'l maestro cortese, <<quelli che muoion ne l'ira di Dio tutti convegnon qui d'ogne paese: e pronti sono a trapassar lo rio, che' la divina giustizia li sprona, si` che la tema si volve in disio. Quinci non passa mai anima buona; e pero`, se Caron di te si lagna, ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona>>.

E io: «Se nuova legge non ti toglie memoria o uso a l’amoroso canto che mi solea quetar tutte mie doglie, di ciò ti piaccia consolare alquanto l’anima mia, che, con la sua persona venendo qui, è affannata tanto!». ‘Amor che ne la mente mi ragiona’ cominciò elli allor dolcemente, che la dolcezza ancor dentro mi suona.

Destò il bardo di Nebiolo la melodìa di una corda che era tesa ai capi di un legno piegato in arco, e pari a Femio crinito che rallegrava la mensa della casta Penelope, innalzò il cantico che suona in questi accenti, mentre gli rispondeano gli amici con gioviali evviva: Tutto festevole D'un vago riso Che i fiori addoppia Del roseo viso,

Frattanto a doppio in sul regno si suona, traggonsi i cuoi poiché son tratti i panni, e Carlo Magno è imperatore esoso d'un popolo avvilito e pidocchioso.

È un carro coperto di tela, dove dorme assieme al suo babbo, che suona la gran cassa; alla sua mamma, che dice la buona ventura, vestita da zingara, e ad uno scimmiotto. In quel carro dormono, fanno da mangiare, e si portano da un paese all'altro, dove vanno a ripetere sempre i medesimi giuochi. Povera gente! Eppure non si mostrano malcontenti della loro sorte.