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Le cose, si può dirlo, cominciano a camminar bene. Orsù, corran pure le mie lettere al loro destino. E suonò un campanello che teneva sullo scrittojo. Poi, senza volgersi indietro: Siete il Venanzio?... domandò al servo ch'entrava. Eccellenza . Portate subito queste lettere alle persone a cui sono indirizzate.

Almeno l'avessi saputo un anno prima, ché a poco a poco mi avessi avezzo a disamarla. PANURGO servo, ESSANDRO. PANURGO. Veggio Essandro di mala voglia. Padron caro, che cosa avete? ESSANDRO. Oimè, son morto! PANURGO. Cattivo principio! cada questo augurio sovra chi ci vuol male. ESSANDRO. È pur caduto sovra di me, ché non è misero stato col quale non cambiassi il mio.

Di Tibullo e Properzio, aurei ancora, si disputa in qual anno nascessero, ma si crede negli anni ancor della repubblica. Ovidio nato negli ultimi è certo il meno aureo degli aurei. Fedro, un servo trace nato piú o meno tra le due etá, è aureo di stile, ma il genere trattato da lui è di quelli minori, scelti appunto quando vengon meno i maggiori.

Il dolore in lui rimaneva, ma senza forma esterna. Un mattino ch'io m'era recato a casa sua, il servo mi disse che il signor conte era uscito. Lo aspettai: arrivò all'ora della colazione. Perdona, mi disse. Sono stato al cimitero.... Se tu vedessi.... non più un fiore, nulla! Ma il buon umore tornò presto: l'indomani.

....Erano, non ci sono più! osservò Guido con una leggiera mestizia. Ci sono, ci sono disse il vecchio servo smascherando un grosso mazzo di fiori che troneggiava sopra una mensola. E chi?... domandò Guido, ma guardando il volto umile e sorridente del servo, comprese subito. Tu, Giuseppe? Il padrone.... scuser

Delib. Senato. Serenissimo Principe, Mentre io Domenico de Santi q.m Luca suddito e servo umilissimo della Serenit

Ha fatto bene. Il Maestro Grazie, direttore. Servo suo, direttore. Vannucci Si conservi. E le raccomando... Il Maestro Che cosa? Vannucci Il Nord. Il Maestro Non dubiti, direttore. Servo suo, direttore. Vannucci

Il Servo colse quella propizia opportunit

Da Naschirvan provincia dell'Armenia maggiore 10 agosto 1670. Delle Vostre Signorie Serenissime Umilissimo ed obbedientissimo servo FRA MATTEO AVANISENS Arcivescovo di Naschirvan. Esp. Princ. Filza 87. Laudato sia il grande e onnipotente Iddio.

Il carattere burlesco del Travaglino di Palermo e del Giovannello di Messina non facea più pei tempi; il servo siciliano Tiberio o Nardo era sciupato; bisognava modificarlo, rifarlo addirittura. La brigata trovò persona che facesse le prime spese, pronta ad avventurarsi a rappresentazioni della vita e dei costumi dell’Isola.