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Ma dopo che il senato ebbe in tal guisa sottoscritta la sua propria sentenza; dopo che quel corpo, autorevolissimo per le qualit

Valeranno però le presenti a testimonio non meno di confidenza, che dell'affetto e nostra osservanza sempre sincera verso la M. V., e del pubblico desiderio ardentissimo di vederla con i dovuti riacquisti coronata di nuove glorie, ed a V. M. auguriamo in fine lunghissimi e felicissimi gli anni. Affermativi 102 Negativi 0 Non sinceri 0 FRAN. VERDIZOTTI segSenato Corti 1646. Iddio immacolato.

³⁰⁹ Atti del Senato a. 1788-89, p. 63. ³¹⁰ Ne aveva 4 grani il giorno. E che le carceri ogni anno venivano sfollate di un centinaio di reclusi, o per grazia di libert

Tornando alle offerte di Pisa, com'erano fatte solennemente al Senato genovese, proponevano i popolari di accettarle, soccorrendo quella nobil citt

La terminazione del Senato di Venezia 22 febbrajo 1443, riportata quando dissi delle monete di Brescia, ci prova che dal giorno della occupazione di Bergamo operata da' nostri fino a quello in cui fu sancita la detta legge s'erano gi

Nella Quaresima erano di obbligo alcuni giorni di meditazione in esercizî spirituali. Tutte le chiese di secolari e di regolari accoglievan fedeli d’ambo i sessi; ma v’era un luogo esclusivamente destinato a questo devoto ufficio, la «Casa degli esercizî», fondata dai preti di S. Carlo Borromeo; e v’era anche la congrega del Fervore , promossa ed aiutata da quell’uomo di santa vita che fu Mons. D. Isidoro del Castillo dei marchesi di S. Isidoro, provvidenza del quartiere dell’Albergaria, del quale fu parroco attivissimo. , nella Casa, erano lunghi corridoi con camerette da una parte e dall’altra per coloro che vi si recassero, una magnifica cappella, un ampio e lungo refettorio e qualcos’altro per la pace dello spirito. Per nove giorni di seguito, nobili e civili vi si ritiravano per attendere alla riforma del loro costume ed all’acquisto della cristiana virtù¹³³. Favorito da clausura volontaria (e sovente involontaria) era il raccoglimento di coloro i quali, per devozione sincera o, come non di rado accadeva, per ostentazione, vi entravano. La Curia arcivescovile li conosceva uno per uno, e rilasciava loro un attestato di questo compiuto dovere, come tutte le parrocchie rilasciavano quello del precetto pasquale. Li conosceva la Polizia e sapeva tenerli in conto come di buoni cattolici così di sudditi fedeli. Li conosceva anche il Senato, nei cui archivi se ne conservavano alcune volte i nomi e i documenti, perchè l’autorit

Intanto che questi dibattiti avvenivano nell'aula del senato, i partiti del di fuori si agitavano, si credean prossimi al trionfo, e disponevansi ad afferrarlo. Pareva giunto per tutti l'istante di operare; chè l'imperatore Napoleone era caduto, e il vicerè non potea cansarsi dal cader esso pure, se non col sostegno degl'Italiani. Doveano dunque omai gl'Italiani accertar la caduta del vicerè, negandogli il loro appoggio. Gli Austriaci mitigati si deliziavano nel numerare anticipatamente i tanti benefizi di cui Casa d'Austria avrebbeli senza dubbio ricolmati. I Muratisti s'aspettavano di momento in momento l'arrivo della vanguardia del re di Napoli; i sedicenti Italiani-puri argomentavansi d'indovinare qual sarebbe il principe a cui le Potenze Alleate affiderebbero la cura della felicit

Se ne serví ad inseguire i nemici restanti in Africa, a tôrre i diritti a molti soci, a riordinare il senato e tutta la parte aristocratica; e ciò fatto, lasciò dopo due anni la dittatura e gli affari pubblici; o per infermitá, o per amor d'ozio e di vizi, o per disdegno di una potenza giá tranquilla, o forse per orgoglio e vanto di lasciar andare da la repubblica scelleratamente ma fortemente, e forse non inopportunamente, ricostituita sotto l'aristocrazia.

Gli esempî son sempre contagiosi. L’agente del Senato, piacendogli infinitamente il favore concesso a D. Ippolito, ne sollecitò uno per , quello «di far la referenda degli affari litigiosi stando a sedere vicino al Maestro Notaro o del Razionale del Senato»¹⁹⁸. ¹⁹⁸ Provviste del Senato, a. 1780-81, pp. 639 e 1004.

Il console nella Soria Giovanni Francesco Sagredo, raccomandava questo oratore persiano al veneto senato, in contemplazione della potenza acquistata dallo sh