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Indi con un vivo movimento di rabbia: Sono sicurissimo che è stato avvertito da quel maledetto benedettino; tra di essi hanno come una rete costoro.... Guai a colui se mi capitasse tra i piedi, se ritornasse a Catania.... Giurar sulla croce.... rifiutare il mio oro.... fare il santo.... Maledettissimo!...

Da quel tempo la Madonna di Genazzano, detta del «Buon Consiglio» cominciò a fare miracoli; le venne costrutta una chiesa e di fianco un convento, dove i frati di S. Agostino s'impadronirono di questo santo tesoro, non meno produttivo della Madonna dei frati agostiniani di Roma, giacchè questa di Genazzano gode in tutta la campagna romana una fama pari a quella degli antichi oracoli pagani.

[I[Secondo tipo = Collo stemma]I]. Il tipo presente è quasi simile al primo, ma il santo martire, oltre la palma che stringe colla destra, tiene nella sinistra un castello, simbolo della citt

come i Roman per l’essercito molto, l’anno del giubileo, su per lo ponte hanno a passar la gente modo colto, che da l’un lato tutti hanno la fronte verso ’l castello e vanno a Santo Pietro, da l’altra sponda vanno verso ’l monte. Di qua, di l

Egli non ha fede in stesso, ma nell'aiuto di Dio, e questo lo rassicura, lo fa stare tranquillo. Il popolo, nel fondo del quadro, cede al sentimento della paura, ed è naturale, poichè esso non ha la fede così profonda come il Santo. Ma qui appunto è la bellezza del contrasto. Non è forse il contrasto che tu hai voluto, nell'ideare il tuo quadro?

Ahimè! la corona l'aveva avuta sul capo, non importa se di gemme false. L'acqua era scesa per la sua china, trascinandola verso il mare; ma che mare! meglio il pantano, ove andavano guazzando le sue oche nei tempi di secco. Se ne sentiva sudicia l'anima e la bocca. Non pareva più il suo corpo, tanto le vesti le scappavano giù e i capelli si irritavano sul capo come lische. E intanto correva per le vie il santo Natale, caro ai bambini, a suon di piva, circondato il capo d'edera e di muschio; ogni masserizia era pulita e benedetta: ogni piedino aveva le sue calzette di lana, bianche o a liste di colore; s'imbandivano le mense accanto al fuoco, dove bruciava il lauro, spandendo un profumo di presepio e di Betlemme. V'era della gente al mondo, felice per un cavalluccio di legno scoperto in una scarpa, e delle barbe grigie, che piangevano di gioja per due righe di rampini, scarabocchiati e dedicati al nonno. Perchè la felicit

La zia Giuliana, sorella del professore materialista, e la serva, erano affaccendate tutto il santo giorno per tenere in ordine il guardaroba del Don Giovanni in erba; ed intanto il governo della casa, la cucina ed il resto, andavano alla peggio.

«Per Cristo Signor nostro. Figlio tuo, che teco vive e regna nei secoli dei secoli». «Così sia». Finita la Benedizione, cominciava ora la Messa. «In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Mi accosterò all'altare di Dio». «A Dio che è letizia della giovinezza mia».

Era naturale, era séguito della politica imperiale, che vedemmo dividere i ducati in comitati; i comitati grandi in piccoli, od in giurisdizion del vescovo entro alla cittá e il «corpo santo», e comitato diventato rurale; o piuttosto è politica di tutti i grandissimi, che contro a' grandi innalzano i piccoli.

Intanto che Damiano usciva dal portone dell'Ospedale, seguendo queste confortatrici ispirazioni; intanto che apriva i suoi pensieri all'amico, il quale dal canto suo non davasi pace di non saper far altro che venirgli dietro come il cane del santo di cui portava il nome; poco lontano di l