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I Gesuiti furono dal Papa, finchè n'ebbe balìa, con tutti i nervi difesi, quando gli fu forza licenziarli lo fece con parole le quali ben davano a divedere, che ei riputava separarsi dalla migliore, o maggiore parte di . Gli scrittori gesuiti lacerano il popolo per avere domandato al Papa la soppressione dell'ordine loro, e sta bene; ma lo stesso fanno i Moderati, e lo perchè non si comprende: questa soppressione avendo altrevolte chiesto ed ottenuto i Principi al Pontefice, o perchè aveva ad essere interdetto al popolo? Forse i Gesuiti avevano mutato natura, e per volgere di tempo di malvagi divenuti benefici? I ministri niente seppero intorno alla composizione dello Statuto; uomini del tutto estranei a loro lo costruirono; egli è ben vero, che il Papa gli aveva chiariti mallevadori del proprio operato, ma innanzi della pubblicazione dello Statuto, ed allora dovendone rendere conto a lui cotesto obbligo non tirava a conclusione; però dopo la pubblicazione dello Statuto la malleveria essendo assunta dai ministri di faccia al popolo, pareva dicevole ne avessero a sapere qualche cosa. Delle pubbliche adunate, e dei chiassi popoleschi si compiacque maravigliosamente Pio, finchè terminavano col chiedergli la benedizione; allora compariva fantastico, illuminato da fuochi del Bengala, e mentre una colomba bianca, caso fosso o ammannimento, gli rotava intorno al capo trinciava crocioni che pigliavano un miglio di paese; quando poi, a mo' che i salmi finiscono col gloria, coteste baldorie si conchiusero col chiedergli qualche nuova riforma di abusi le prese in odio e le vietò in mal punto; il popolo accusava il ministero, i gesuiti, ed altri parecchi tranne il Papa, ed invece da lui solo si partiva il divieto; spaventato poi della mala impressione si mise a scarrozzare il giorno appresso per Roma, e qui fu che gli trasse da ogni parte dintorno il popolo, e Ciceruacchio gli montò dietro la carrozza dove sciorinandogli la bandiera tricolore su gli occhi, e gridandogli: «Santo Padre, fidatevi al popolotanto mise paura nel petto imbelle di lui, che svenne. Anco il Thiers di Francia gli mandava dicendo: «Santo Padre coraggio!» e senza ombra di consiglio, perchè il coraggio delle magnanime, e buone cose per predicare, che uomo faccia non acquister

E come dobbiamo noi credere la pietosa e divota orazione guidata dall'umiltá essere ricevuta in cielo? Certo, non altrimenti che ricevuto fosse il figliuol prodigo dal pietoso padre, del quale il santo Evangelio ne dimostra.

ma chi s'avvede che i vivi suggelli d'ogne bellezza piu` fanno piu` suso, e ch'io non m'era li` rivolto a quelli, escusar puommi di quel ch'io m'accuso per escusarmi, e vedermi dir vero: che' 'l piacer santo non e` qui dischiuso, perche' si fa, montando, piu` sincero. Paradiso: Canto XV Benigna volontade in che si liqua sempre l'amor che drittamente spira, come cupidita` fa ne la iniqua,

Di costumanza siffatta porgono esempio Teodosio il grande e Valentiniano II; il medesimo Santo Ambrogio ebbe battesimo prima della sua promozione al vescovato di Milano, però che a quel modo si esentassero dalle pubbliche penitenze che a quei tempi la Chiesa usava co' cristiani penitenti, ed anco credessero così praticando assicurarsi meglio la salute eterna.

Roteando cantava, e dicea: <<Quali son le mie note a te, che non le 'ntendi, tal e` il giudicio etterno a voi mortali>>. Poi si quetaro quei lucenti incendi de lo Spirito Santo ancor nel segno che fe' i Romani al mondo reverendi, esso ricomincio`: <<A questo regno non sali` mai chi non credette 'n Cristo, ne' pria ne' poi ch'el si chiavasse al legno.

Un antico detto siciliano raccomandava ai viandanti la recita di una certa preghiera al loro santo protettore: Si vô’ junciri sanu, Nun ti scurdari lu patrinnostru a Sanciulianu.

Lo spirito di chiesa si risvegliò d’un tratto in quella gente abbrutita per tanti anni nel culto cieco e feroce del suo unico idolo. Le parole del fanatico di bocca in bocca si propagarono. E sotto il rossore tragico del crepuscolo, la moltitudine tumultuante aveva apparenza d’una tribù di zingari ammutinati. Il nome del santo rompeva da tutte le gole, come un grido di guerra.

siede la fortunata Calaroga sotto la protezion del grande scudo in che soggiace il leone e soggioga: dentro vi nacque l'amoroso drudo de la fede cristiana, il santo atleta benigno a' suoi e a' nemici crudo; e come fu creata, fu repleta si` la sua mente di viva vertute, che, ne la madre, lei fece profeta.

A Santo Fiore, combinato lo scambio coll'istitutrice, alla quale Lalla non diede nessuna spiegazione, e passato l'orgasmo pauroso delle prime lettere ricevute, ella se ne fece una piacevole abitudine e le aspettava con impazienza e le leggeva con grande interesse. A Santo Fiore essa non aveva altre distrazioni. L

Allora, siccome lei partiva all'indomani, si fece promettere ch'egli le avrebbe scritto a Santo Fiore, dirigendo le lettere, chiuse in una busta suggellata e senza indirizzo e segnate con numero progressivo, in un'altra busta diretta a miss Dill. Le era penoso un tal passo, ma ormai indietro non potea più tornare. In quanto a lei avrebbe scritto a Giacomo direttamente.