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Dimmi tu... tutto quello che vorrai... lo farò, lo farò senza esitare... ti prometto... ti giuro... tutto tutto. Nino mio! Domani... andremo in campagna, e.... ricordati bene: non devi dirlo a nessuno. E a chi lo dovrei dire! esclamò Lalla alzando gli occhi bellissimi, ancora scintillanti di lacrime. Ma quando Giorgio uscì, essa respirò sorridendo: l'uragano era passato.

Il suo respiro si era fatto più affannoso e dinanzi a quel dolore, a quelle lacrime, restava a testa bassa, avvilito, quasi vergognoso. Era la vergogna del signor Kloss che sentiva pesare sopra di !

Egli si abbandonò. Passata una mano alla sua vita, stringendosi al suo fianco, aderendo a lei, guancia contro guancia, mormorò: Rosanna, è detto. Da due mesi, dal giorno che mi annunziasti il suo ritorno, questo è il primo momento che traggo liberamente il respiro. Se mi avessi annunziato prima la possibilit

Giuliano arrossì; sentì dentro un rimescolamento, come se qualcosa vi si struggesse, qualcosa vi si ricomponesse; ma gli parve di aver più sciolto il respiro, e potè reggere a guardare quella donna a lungo.

Ma all'improvviso m'accorsi che il suo volto era pallido più del consueto, che il suo respiro era affrettato, e che grosse gocce di sudore gli bagnavano la fronte. Che hai tu dunque? gli domandai spaventato. Sorrise. Nulla. Un po' di febbre. Me l'aspettavo; colaggiù era malato di nostalgia, ed ora... Gli è il mutamento di clima; io mi era abituato a quel cielo di fuoco. Poi proseguì lentamente.

Lalla rimase interdetta, stordita; ma poi, trovandosi sola, il pericolo che correva la fece presto rientrare in stessa. Si avvicinò alla finestra, tenendosi sempre nascosta dietro le tendine, trattenendo fino il respiro, tanto aveva timore di poter essere scoperta. Giorgio era lontano, ma lo vedeva bene.

Poi mi coverse; radunò sul guanciale i miei capelli disordinati; ravvolse la coltre, piano piano, intorno alla mia gola. Faceva tutto ciò naturalmente, come una buona sorella, con le sue mani troppo calde, col suo respiro troppo intenso, lasciando sbocciare dalla vestaglia i seni malnascosti, che tremavano.

Guido, conducimi via subito senza frapporre un minuto di tempo... qui il terreno mi brucia i piedi,... l'aria che respiro è veleno... Guido... andiamo. Beatrice!... Non parole... partiamo, ti scongiuro, prima che cessi il battere di occhio della occasione.

Tutt'e due, il dottore da una parte del lettino, Evelina dall'altra, rimanevano immobili, assorti, per ore e ore, vigilando il malato, notando ogni suo movimento, studiandone il respiro.... Pure, la loro ansiet

Al nostro apparire Giuseppe che stava seduto appiè del letto si alzò e guardò verso noi come un reo che si lascia sorprendere. Senza una parola, senza un cenno, senza respiro io tolsi il candeliere e lo levai alto perchè il dottore potesse esaminar la ferita.