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Il geniale conquistatore, di razza latina, riportò sul suo trono il principio della monarchia mondiale, mentre egli, come tutti i suoi predecessori, si dichiarava successore di Carlo Magno.

GIACOMINO. Ed io abbissato nel centro del mio niente, come posso pagar cosí gran dono? perché se possedessi la monarchia del mondo, non tanto potria donarvi che non restasse piú di quel che dato avessi.

Gente incorreggibile questi Siciliani! Capitolo VIII. I versi popolareschi che abbiamo riferiti a proposito del pericolo francese nel Mediterraneo, e dei Napoletani ribelli alla monarchia potrebbero fornir materia d’un capitolo sulla poesia politica del tempo.

Il fatto è questo, senz'altro: le popolazioni delle campagne volevano la monarchia. Delle due dinastie borboniche la più recente era impossibile per ora, la più antica per sempre. l'una l'altra vantavano un aspirante.

Io vi vidi in quel tempo, e però la dichiarai sempre, e la dichiaro menzogna. Le influenze che v'inspirarono quell'attitudine mi son note tutte, e non dimentico la singolare e difficile posizione in cui vi mantenne, chiamando ad alleata la Francia, la Monarchia Italiana.

E a buona ragione premeva sventolare quella bandiera gloriosa, perchè la monarchia s'era macchiata della maggior colpa, rinunziando a Roma; ond'egli scriveva: «Ho esaurito con la monarchia tutte le prove, tutte le concessioni, tutta l'obbedienza possibile. Dispero d'essa, non dispero dell'ItaliaPur ritenendo il momento non propizio, la bandiera errata, secondò nondimeno con ogni forza a sua disposizione la iniziativa del Garibaldi; la secondò pur prevedendone l'esito, perchè in quella occasione, come in ogni altra, tutto subordinò e sacrificò alla costituzione della patria unit

Cinquant’anni dopo l’eccidio di Gerusalemme, la monarchia babilonese fu soggiogata da Ciro re dei Persiani, il quale nel primo anno del suo regno pubblicò un editto col quale permise agli Ebrei di ritornare nella loro patria, e riedificarvi il Tempio. Fece anco restituire una parte dei vasi sacri gi

E chi non legge in quelle pagine della passione d'un popolo che fu grande, era grande e vuole esser grande, l'IMPOTENZA ASSOLUTA DELLA MONARCHIA, la morte di tutte illusioni dinastiche, aristocratiche e moderate, non ha intelletto core, amor vero d'Italia, speranza mai d'avvenire.

Si parlava d'una certa lettera intercettata da questi, in cui ci era la confessione esplicita del furto di que' bricconi; si citavano certe frasi di essa, che se fossero state vere, pareva allora, avrebbero dovuto far sprofondare l'autore, il cognato, la Camera, il sistema costituzionale, la monarchia e tutti quanti.

Del resto, sapientissima, elegantissima ne' particolari la legislazione romana, ma tutta imperiale, tutta assoluta nel principe, tutta ciecamente obbediente e quasi adorante ne' sudditi, pagana pe' tre quarti, cristiana qua e per aggiunta, ella contribuí certo molto ed a quelle stolte pretensioni di monarchia universale, ed a quelle di dispotismo civile ed ecclesiastico degli imperatori, onde sorsero poi tanti danni in tutti i secoli che siam per vedere; mentre le legislazioni barbariche contribuirono a quella dispersione della potenza regia in potenze via via minori e poco men che assolute, onde vedremo sorgere l'ordine feudale, uno de' peggiori disordini sociali che sieno stati mai.