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Fu il contrario che avvenne. Ermanno Raeli aveva lasciato Parigi e si era recato in Germania. Gli premeva di vivere per qualche tempo in mezzo ad un popolo col quale si sentiva legato per origine e per educazione, di sentir parlare la lingua di sua madre, di attingere direttamente alle sorgenti di quella filosofia di cui il suo spirito si era nutrito. Aveva gi

Così divenne in ispirito, volta per volta e sempre su precise basi tecniche, industriale, ingegnere, farmacista, meccanico, armatore di navi, matematico, professore di belle arti. Fu un sibarita del conoscimento. Studiò ed ebbe familiari, oltre al greco, al latino ed alle lingue moderne, l’arabo, il giapponese, il sanscrito. D’ogni lingua citava e sapeva a memoria i poeti.

«Lingua mortal non dice Quel ch'io sentiva in seno...»

Rattenete la lingua, per utile vostro! replicò il Bardineto, impallidendo dallo sdegno. Son tale che ha diritto sopra un tesoro, e non consentir

E' dette uno sguardo all'Italia, e la vide dipendere dall'ingordo dispotismo d'Alemagna, divisa, suddita a padrone a lei straniero d'indole, di lingua, di pensamento. E' dette uno sguardo allo Stato ecclesiastico, e lo vide imbrodolato nella laida e feroce ignoranza dei laici, addetto ad uffici contrari ai canoni ed alla santit

La questione della lingua (mi scrive il Rizzi) fu, come tutti sanno, una delle passioni della sua vita. Ne parlava quanto più poteva, e con tutti; e si può dire che, dopo l'unit

Adunque, non fu se non contemporaneamente o poco dopo agli italiani poetanti nei dialetti francesi, che, ora i medesimi, or altri scrissero ne' dialetti, cioè, piú o meno, nella lingua comune d'Italia.

Questo senso agisce solamente quando le molecole dei corpi sapidi vengono a contatto di esso. Varie sono le opinioni circa la residenza del gusto. Alcuni lo mettono nelle papille della lingua, alcuni nel palato, altri nel velo palatino, ma i più dotti credono che lingua, palato, e velo palatino concorrano a completare il senso del gusto.

A che unqua nascer noi, se per altrui fallir par ch'anco l'ira non s'estingua divina in noi, per loghi alpestri e bui? Ahi miser! taci e morditi la lingua, ché maladetto fie chi in ciò s'adira: giá Dio mai d'uman sangue non s'impingua; anzi ama l'opre sue, contempla e mira, e studia l'uomo a fatto simile scampare dal suo stesso foco ed ira.

I tedeschi chiamati in Italia non furono moltissimi: l'Italia non è la Turchia, non è la Grecia, non è nemmeno l'America; e il piú elementare sentimento estetico rendeva insopportabile un professore che veniva a raccontarci i fasti di Roma, balbettando e deturpando la lingua di Dante. Non furono moltissimi, ma non furono nemmeno tanto pochi. Per rimanere solamente nel campo degli studî letterarî, ci fu un tempo in cui lo straniero che fosse venuto nella dolce Italia a studiare antichit