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Avete calpestata una lucciola! Ludovico Nossignora: la lucciola è , sotto il lembo della vostra veste. Elena Dov'è? Ludovico Brava! Adesso l'avete calpestata voi! Elena Oh! Ludovico Il vostro piede è più leggero del mio, e nondimeno la lucciola è morta ugualmente. Elena Per cagion vostra, però. Ludovico Ma giacchè l'avete uccisa voi, io ho tutto il diritto di non averne rimorso. Elena

E se mi protestavano la cambiale? Dopo il protesto ci sono ancora cinque giorni. Grazie! Ma il discredito è la rovina per chi è nel commercio! Io ho bisogno di farmi una posizione! Ho una famiglia, dei figli.... e anche al povero signor Brunetti venivano le lacrime agli occhi. L'altro lo guardava attonito. Ma l'avete pagata o no? Sicuro, che l'ho pagata!

RITA. Che non ci possi invecchiare! CECA. Oh Rita! Entrate. RITA. Non te curar, poltrone! CECA. Con chi l'avete? RITA. Con uno sciagurato ch'è a quella finestra. MALFATTO. Addio, Ceca mia. Vòi bene a io tu. RITA. Basta. Non te curar, gaglioffo tristo! CECA. Lassatelo dire, ché l'è una bestia. Venite qua. Ch'è della patrona vostra? RITA. Ne è bene. MALFATTO. Quando volemo fare quella cosa, Ceca?

Il mio cuore serba un divino ricordo, un ricordo ideale a cui resta fedele: e giacchè tutto si riassume e si risolve in illusione, signora, io preferisco la mia. E la donna umana, la donna terrena, quella fatta di ossa, di carne e di nervi, quella che vi ha fatto soffrire e vi ha fatto piangere, l'avete dimenticata, Serra?

Voi dovete ubbidirmi: me l'avete promesso.... E vi ubbidirò, principessa! Dovete chiedere, senza indugio, la mano di Diana. Ma.... il Venosa esitava. Lo voglio io! aggiunse, imperiosa, la principessa e in tuono che lasciava a quell'uomo, ignaro della vita, molte speranze.

Cosí siete tornati a non capire la grande arte classica, e nel vostro puzzolentissimo orgoglio l'avete dichiarata inferiore.

ESSANDRO. Dice che vi chiamate messer Orinale. GERASTO. Son uomo da spezzarcene cento nel volto, di urina putrefatta. ESSANDRO. Dice che voi solete patir di una certa infirmitá bestiale e che l'avete richiesto..., mi vergogno dirlo. GERASTO. Egli ne mente insin dentro al suo cervello e quanti lo credono.

Ma se non l'avete ancora assaggiata! disse la signora. Non importa; a me basta vedere la cioccolata per giudicarla. Questa è propriamente una cioccolata alla gesuita. Alla gesuita! ma voi ci spaventate, signor giudice, disse ridendo Leoni. Non vi spaventate, signor avvocato, continuò Marini.

Cioè.... Non ho detto che non ce ne siano. Da principio quella gente operava di suo capo; ma poi se ne apersero con Giuseppe Mazzini, il quale è venuto a bella posta in Genova. Quando? Oh, alcuni mesi or sono, e adesso deve tornare. L'avete veduto, voi? Io no; ma lo seppi, quando c'era, e parecchi furono a vederlo.

"Io non sono alta un miglio," disse Alice, " che lo siete," rispose il Re. "Quasi due miglia d'altezza," soggiunse la Regina. "Ebbene, poco mi cale, ma non andrò via," disse Alice, "oltre a ciò quella non è una regola regolare; l'avete inventata ora." "Che! è la più vecchia regola nel libro," rispose il Re. "Allora dovrebbe essere la regola prima," disse Alice.