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La miserella intra tutti costoro pareva dir: <<Segnor, fammi vendetta di mio figliuol ch'e` morto, ond'io m'accoro>>; ed elli a lei rispondere: <<Or aspetta tanto ch'i' torni>>; e quella: <<Segnor mio>>, come persona in cui dolor s'affretta, <<se tu non torni?>>; ed ei: <<Chi fia dov'io, la ti fara`>>; ed ella: <<L'altrui bene a te che fia, se 'l tuo metti in oblio?>>;

Se 'l primo fosse, fora manifesto ne l'eclissi del sol per trasparere lo lume come in altro raro ingesto. Questo non e`: pero` e` da vedere de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, falsificato fia lo tuo parere. S'elli e` che questo raro non trapassi, esser conviene un termine da onde lo suo contrario piu` passar non lassi;

apri li orecchi al mio annunzio, e odi: Pistoia in pria d'i Neri si dimagra; poi Fiorenza rinova gente e modi. Tragge Marte vapor di Val di Magra ch'e` di torbidi nuvoli involuto; e con tempesta impetuosa e agra sovra Campo Picen fia combattuto; ond'ei repente spezzera` la nebbia, si` ch'ogne Bianco ne sara` feruto. E detto l'ho perche' doler ti debbia!>>. Inferno: Canto XXV

E io udi' ne la luce piu` dia del minor cerchio una voce modesta, forse qual fu da l'angelo a Maria, risponder: <<Quanto fia lunga la festa di paradiso, tanto il nostro amore si raggera` dintorno cotal vesta. La sua chiarezza seguita l'ardore; l'ardor la visione, e quella e` tanta, quant'ha di grazia sovra suo valore.

18 Dunque fia ver (dicea) che mi convegna cercare un che mi fugge e mi s'asconde? Dunque debbo prezzare un che mi sdegna? Debbo pregar chi mai non mi risponde? Patirò che chi m'odia, il cor mi tegna? un che stima sue virtù profonde, che bisogno sar

La plebe credula, e ognor vinta pur che deluso sia l'impeto primo, per te s'inganni: è lieve assai; sol basta, ch'io m'appresenti in placida sembianza, come se in tuo favor tornata io fossi; sol, ch'io mi finga tua. Cosí la calca fia spersa tosto; ogni rumor fia queto; tempo cosí di sguainar tua spada, e di segnar tue vittime t'acquisti.

E se pur ciò fia, non m'hai tu nelle tue lezioni mostro che è gran laude morire in amore e che bel fin fa chi bene amando more? POLINICO. Orsú! Fa' pure a tuo modo e di questa bestia qui. Presto presto potresti cognoscere con tuo danno li effetti d'amore. FESSENIO. Fermati, o Polinico. Sai tu che effetti fa amore? POLINICO. Che? bestia!

1 Studisi ognun giovare altrui; che rade volte il ben far senza il suo premio fia: e se pur senza, almen non te ne accade morte danno ignominia ria. Chi nuoce altrui, tardi o per tempo cade il debito a scontar, che non s'oblia. Dice il proverbio, ch'a trovar si vanno gli uomini spesso, e i monti fermi stanno.

150 Perché fanciullo io sia, non creder farme però fuggire, o che 'l quartier ti dia: la vita mi torrai, se mi toi l'arme; ma spero in Dio ch'anzi il contrario fia. Sia quel che vuol, non potr

Salve, o popol di prodi! A sorger primi, Primi a pugnar, soli a morir voi siete; Se fia che lo straniero oggi vi adimi, Egli avr