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Francesco Carlo Chi vedo? Francesco Eh! sono qui. Carlo Ma bravo! Che bella sorpresa! Francesco Bella... più di no che di . Carlo E perchè poi? Francesco Perchè io non vengo soltanto a farti una visita. Io vengo a depositare in casa tua.... Carlo Le valige? Francesco Qualche cosa di più! Carlo La tua persona? Francesco Qualche cosa di più: una conquista! Carlo Tanto meglio!

Che eri stato cercato e pregato. Il marchese Antoniotto che t'invita, e mi raccomanda di farti venire ad ogni costo, perchè t'ha in grandissima stima ed è stato amico stretto di tuo padre, lo dimentichi tu? Sulle prime io non ci avevo badato, a questa novit

E questo ti sia sempre piombo a' piedi, per farti mover lento com'uom lasso e al si` e al no che tu non vedi: che' quelli e` tra li stolti bene a basso, che sanza distinzione afferma e nega ne l'un cosi` come ne l'altro passo; perch'elli 'ncontra che piu` volte piega l'oppinion corrente in falsa parte, e poi l'affetto l'intelletto lega.

Questo è proprio un diluvio di tenerezza per me! Tristo cavaliere è colui, che non ha cura del suo cavallo; e non vi ha favore ch'io non mi mostrassi parato a farti, per torre via dal tuo cuore quella po' di ruggine che potresti avere concepito contro di me. Ruggine, io? Ma che vi pare, don Francesco; io vi ho voluto sempre più bene che al pane.

Mezz'ora dopo Enrico entrava come un turbine nella camera da letto del suo amico Sappia che si destava in quel punto e gli diceva: Ho bisogno di dieci mila franchi. Che cosa vuoi farne? Ho paura di essere proprio innamorato. Innamorato? Ah, capisco! Hai bisogno di dieci mila franchi per farti passar l'amore? Non per farle un prestito indispensabile... Si potrebbe sapere chi è? Indovina.

Non si curano, i Sapienti, de' tuoi singhiozzi, della tristezza sommergente degli occhi tuoi... Hanno detto che sei l'idropisia d'un mondo decrepito e che nelle curve della terra t'insinui come gli umori malsani per entro i meandri del corpo umano... Altri ti videro inverdire di fiele, di sanie, di bava, e farti rosso ai crepuscoli.... Dissero che tu, Mare, senza tregua indietreggi lontano dalle spiagge, e vai morendo miseramente disseccato!... Per essi, non sei che una serpe di cesellato oro giallo, che torcesi a guisa di borchia sul messale aggrinzato della terra... Ma che importa?... I martelli e i trivelli della tua voce, sapranno frantumar facilmente le effimere parole!...

Parla adagio, non farti sentire a darmi del tu. I due giovani entrarono in un gabinetto ove in quel momento non c'erano altre persone, e si appoggiarono al davanzale d'una finestra aperta, respiciente un giardino, da cui esalava un soave odore di caprifoglio.

Tu sarai la prima dama del borgo; avrai fanciulle che ti serviranno come una regina; ti faranno priora della confraternita di Sant'Elisabetta; e quando sarai lassù nel tuo castello, a farti fresco col ventaglio, affacciata al balcone; e vedrai questo povero frate, per l'erta, venire da te..., dirai: «Sarei stata pur sciocca a non dargli ascoltoEd io sarò contento, come fossi io stesso al tuo posto

Non ti vergogneresti di farti giornalista? No, anzi sarei fiero di saper fare qualcosa, mentre così devo sempre ricorrere ad altri, ed è cosa che mi umilia. Come sei cambiato, Pio! esclamò donna Camilla. Cammino con i tempi, che vuoi?

Ho pensato un momento di farti parlare da Emma, che sa quasi tutto; ma poi mi son detta che fra me e te non deve interporsi mai nessuno e che avevo a parlare io stessa.