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Ma i cittadini?... Dormono anch'essi. Oh, se non vegliarono mai neppure di giorno! Se, cullati dalla pace tra le oziose braccia, hanno sempre gli occhi chiusi ai torti, onde vengono oppressi ogni ora, ogni momento? Vigliacchi! hanno veduto la rovina di tante persone lor care, e tacquero. Che fa a loro il soffrire degli altri? E quand'anche toccano una nuova sferzata dall'oppressore, si risentono un tratto, danno una volta stizzosa pel letto gridando, Come si sta male! poi rattaccano più sodo. Se alcuno alza la testa, vede gli altri che dormono, e non l'odono o non gli badano; onde per lo meglio tace, si adatta, e l'ahi che preparava, finisce in un va bene. Quando verremo a liberarli, non ci cureranno: staranno forse contro di noi. Vigliacchi! Eppure tanti ne conobb'io generosi, pronti a versare il sangue per l'utile comune. Or dove sono? Dove son più quei giorni? Ecco! appena diciannov'anni io conto, e gi

Militarizzare così il più ribelle dei temperamenti, disciplinando e strangolando il proprio orgoglio, sempre sull'attenti davanti a dei superiori che non lo sono. Ecco degli eroismi profondi e dolorosissimi che meritano, cari passatisti e care passatiste, dei premi da afferrare con mani rudi e pochi riguardi!

La storia contemporanea è spesso falsa. Care le mie fanciulle, a suo tempo saprete il vero Stanotte per voi era troppo presto.........

«Questi augurii, oh glielo giuro, partono proprio dal cuore, e sono sinceri come se ne fanno pochi al mondo. Che io lei, mio buon padrino, non posso mai dimenticare di tutto l'anno; e ne vivessi ben cento di anni che non lo potrei mai; ma in questa stagione, in cui da tutti si pensa alle persone che ci sono più care, io ricordo anche maggiormente tutte le bont

Egli guardava quella stanza piena dei ricordi del loro affetto, quei libri che avevano sfogliato insieme e tanti dei quali erano stati comperati e offerti da lui, guardava quel cembalo chiuso, quei quaderni di musica di cui egli le aveva voltate le pagine, quelle tappezzerie, quelle stampe, quei mobili, quei gingilli, quei quadri, tutte forme note e care, parlanti al suo cuore un linguaggio domestico.

Addio, care sorelle; vo' ritirarmi in cella; sovvengavi di me nelle vostre orazioniAppena fu uscita, suor Francesca vedendo l'emozione di Emilia, le disse: «Non vi sorprenda. La nostra sorella ha spesso la testa alterata, sebbene io non l'abbia mai veduta in un delirio così grande come oggi, ma spero che la solitudine e l'orazione la calmeranno.

La contessa Matilde ne aveva sentito parlare, quand'era piccina, ma non le aveva tenute a mente. Della qual cosa non è a dire quanto le dolesse; perchè le ricordanze di famiglia sono una seconda religione, e bisogna tenersele care.

Ognuno secondo le carte, io per esempio faccio la guardia al signor pievano.... «Ed io la faccio a voi; perchè i desinari, le cene, le paia di capponi, ed anco le doppie che aveste da me, stanotte ve le farò costar care, se non mi menerete a cavare il tesoro, che m'avete promesso mille volte....!

Villefort le rispose che, se credeva avere forza bastante da sopportare questa scena, credeva utile ad ambedue di accelerarla. La fanciulla rispose all'amante che acconsentiva a vederlo, e procurò in seguito di raccogliere le forze ed il coraggio di cui aveva tanto bisogno per sostenere un colloquio che doveva distruggere le sue più dolci e care speranze.

Scusa, mamma, ma la borsa sarebbe un bel regalino! No, figliuola: un regalo, a voler che sia bello deve piacere a noi: e far piacere a chi lo riceve. Dunque, a detta tua, io dovrei regalare a Manfredo tutte le cose che mi sono care! Tutte, no. Una sola basterebbe!