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E anche la sua figura era simpatica. Bell'uomo, alto, col cranio pelato, lucentissimo, col bel pancione delle persone importanti e la barba alla Mosè, si faceva subito notare in mezzo a tutti e prima di tutti, in un teatro, ad un banchetto, in mezzo alla folla, e così anche pei vantaggi della sua figura, finiva col rappresentare, dovunque si trovasse, una parte sempre spiccata. E Cantasirena, che sapeva anche questo, compiva l'opera della natura, con certi cappelloni a tuba dalle larghe tese che si faceva fare apposta e collo sparato ampio della camicia; i provinciali se lo indicavano l'un l'altro come una delle rarit

Scriva il titolo: Imperial Regio radicale: e sotto, tra parentesi: Spezzatino alla boema.... E di seguito, senza mai fermarsi, Matteo Cantasirena dettò l'articolo, parlando prima lentamente, pausando, col gesto e l'enfasi di un predicatore, poi alzando la voce a mano a mano, accalorandosi, pestando i piedi, lanciando invettive e minacce: ansava, sudava, tremolava tutto... ma non si fermava mai.

Cantasirena non tuonava più, sospirava, gemeva, era commosso, aveva le lacrime agli occhi, e mentre tesseva gli elogi dell'anima grande del compianto Fara-Bon, si vuotava le tasche dei pacchi, dei pacchetti, dei cartocci di roba, e a mano a mano li ammucchiava nel grembiule che la Gioconda gli teneva spiegato davanti.

Nora si ricordava quel nome, si ricordava che lo zio Matteo aveva fatto firmare delle carte a lei e a suo marito, ma non si ricordava altro. Che cosa mi hai fatto firmare?... Che cosa? Cantasirena cercò di calmarla,

Cantasirena li accoglieva sempre a braccia aperte e apriva loro anche la borsa. Si commoveva, pieno di contentezza nel rivederli, anche quando non li aveva mai visti; poi, quando tornavano i giorni della bancarotta e se ne andavano tutti com'erano venuti, Matteo Cantasirena, per il primo, non se ne ricordava più.

Invece, alla buona Evelina, era affidata la compilazione del gran dizionario Dei patriotti viventi. Dei morti, Cantasirena se ne occupava soltanto quando si trattava della sottoscrizione per il monumento.

Gioconda! Gioconda! strillò Evelina tutta tremante. Ma invece della Gioconda, si presentò di colpo Matteo Cantasirena. Voi qui? In casa mia? Che volete? L'esaltazione del Laner era arrivata a un punto tale che più nulla poteva frenarlo. Da lei, intanto, voglio essere pagato!... Cogli altri la discorreremo!

Il signor Galli, il buon ambrosiano, era stato conquistato dalla simpatia, dalla facondia, dallo sviscerato amor del prossimo, di Matteo Cantasirena.

Pietro Laner, coll'aria istupidita e trasognata, timido con Cantasirena, timido con Evelina, con tutti, fissava il numero del carrozzone, il 2113: e quel tredici, in fondo, lo turbava, lo inquietava per il viaggio.... Ubbie?... No! No!...

Cantasirena si voltò, si rivoltò, rimanendo lungo sdraiato come fosse in letto, e guardò il Brunetti senza parlare; poi cominciò a fare i suoi sfoghi, le sue confidenze: Il giornale, omai, era ridotto un semplice notiziario, una serie di dispacci. Non lo si faceva più col talento, ma coi denari: poteva avere ancora una grande diffusione, ma aveva perduta ogni influenza.