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O bimbo, quando credevi di fare il tuo discorsone, pensavi alla mamma? quando tu dormi, ti sogni di lei? quando starnuti, non ci dici grazie? O piccino! O piccino! Eravamo tanto egoisti che sobbalzavamo di scatto, scacciando l'idea e la domanda: Dove saranno i colombi? e i passeri? e i poveri rampichini? e i poverissimi reatini?

Dibattè, dibattè le membra stente Il bimbo, come avesse onta o paura: Forse comprese.

Vedevo anche volontieri l'affetto che Egli aveva saputo destare nel mio piccolo Alessio e i progressi che il bimbo faceva sotto di Lui. Solamente Orsola e Pietro, colla diffidenza che hanno i vecchi per ogni innovazione, erano rimasti un po' in disparte, ma a poco a poco si ammansavano.

E s’accese ne l’alma il sognatore, E ti serrò nel laccio d’un amore Geloso e vïolento: Tu lietamente lo seguisti sposa, Come la nube va tinta di rosa Ove la porta il vento. E poi ti nacque un bimbo.

No, non era un ricattatore! e sospirò mestamente e pur mestamente sorrise al viso dolce e devoto della sua mogliettina, e alla testa bionda e ricciutella del bimbo che aveva sempre davanti agli occhi, e che, imponendosi al suo cuore, lo tenevano inchiodato al servizio del signor Kloss!

Si voltò severamente alla Margherita e le domandò: «Dov'è il nonnocoll'accento che deve aver avuto il signore domandando a Caino: «Dov'è AbeleNumero trentanove, rispose tranquillamente la donna; ed accennò ai numeri sovrapposti ai letti. È in letto? domandò Carlo stupito. Sicuro; dove vuoi che sia? Allora non l'hanno fatto guarire, avete detto la bugia, ribattè il bimbo più severo che mai.

L’uno era un bimbo, in un candor soave di trine, e lo cullava un pio cantare: l’altro era un marinaio in mezzo al mare, e lo cullava il ponte della nave. Miniera di Senghenydd. Ottobre 1913. Georg, biondo atleta: non udisti un rombo sovra il tuo capo?... uno sparar di cento cannoni, a un tratto?...

Ma se lui dice che non ce ne avete! Sentiamo che è, almeno, santo Dio! Ecco qua: mi si è rotto un bono da due lire e volevo un po' di margine di francobolli per attaccarlo. Spesso l'Errera si divertiva a contraffare lo scemo, l'idiota, che si crede un bimbo di quattro o cinque anni.

Dunque il bimbo d'altri era sulle vostre ginocchia, un idoletto su un altare. E voi, a due voci: Bello, bellissimo, a chi vuoi bene? A me o a lei? A tutt'e due istessamente. Bellissimo, chi sa come la mamma gioca con te! E il babbo? Ti vogliamo tanto bene anche noi. Danne dieci baci per uno....E come hai nome? Guido.

Mentre mi si radeva, con la guardia carceraria seduta in faccia, mi venivano le lagrime in bocca come a un bimbo sculacciato! Coraggio! diceva a ciascuno di noi il barbiere. I baffi e la barba ricresceranno più vigorosi di prima. E voi, don Davide, gli domandai qualche giorno dopo, perchè avete pianto, se non avete mai avuto baffi e se vi facevate radere il labbro superiore anche prima?