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Un senso di gran malinconia e di tristezza scaturisce dalle pagine di quei due volumi, ma quale scaturirebbe dalla diretta impressione, se quei personaggi e quelle azioni ci si fossero presentati, nella realt

Dopo parecchi altri volumi di versi e di prosa, pubblicai un anno fa, a Parigi, il romanzo Mafarka le futuriste, opera che amo più di tutte le altre mie e nella quale sono riuscito ad esprimere il mio gran sogno futurista.

Non mi dilungherò a spiegare com'io accettassi l'ipotesi dell'azione: ne parlo in uno scritto da trovarsi poco oltre; e del resto, chi ha letto i miei volumi, sa ch'io credeva e dacchè la nostra Rivoluzione Nazionale non è compita, credo unica via all'educazione politica del paese l'Azione.

Se ho fatto mai nulla di meno indegno nella interpretazione dei poeti greci, ho imparato piú da quelle tue poche pagine che dai mille volumi della dottrina alemanna. Così Voi Grandi insegnate a noi discepoli. Foscolo E dunque, vedi in quello scritto che cosa intendo per dilucidare il genio della lingua: ché ora non ho piú tempo di spiegartelo. Sta sano....

Gloria sorrise all'immortal portento, Onde crebbe ogni scritto a mille a mille; Non più temuto danno Fu il perir de' giovanti, aurei volumi: Ma con sacre faville indi incremento Trasser tante malefiche faville, Che se qui il ver, l

Per ciò la prima impressione del libro è quasi di stonatura. Sin dalla prefazione ci sentiamo come trasportati in altri tempi, in altro ambiente; ci par di sentire un linguaggio arcaico, di vedere e udir parlare una persona dall'andatura e dai modi diversi dai nostri, vestita a foggia e con panni da un pezzo fuori d'uso. Poi, procedendo nella lettura, tornando a guardare i disegni, facendo l'occhio alle grandi pagine dell'in-folio da cui ci hanno disabituati i volumi in 16° e in 24° minuscolamente illustrati, sentiamo che la prima impressione si è andata di mano in mano modificando; sesto, stampa, disegni e testo hanno via via assunto fisonomia, carattere, espressione moderni; e soprattutto unit

Benchè insospettita tosto di ciò che potesse celarsi sotto quel pretesto, Loreta comprese di non potere, senza addurre un qualche plausibile motivo, rimandare al conte i volumi. Epperò, forzandosi a parere indifferente, li prese di mano al domestico ringraziandolo con qualche parola.

Ancor pur troppo da te lungi errava, Ma pur m'innamoravan que' volumi Che il dolce genio tuo mi commendava. Io debol era, ma ogni i costumi Del mondo a me tornavan più molesti: Chè li scernea della tua fede ai lumi. Sovente i giorni miei trascorrean mesti, Perocchè i tuoi consigli io non seguìa, Mentre pur mi fulgean veri e celesti.

Costui di stridi e lagrime Non fe' sua gioia, macchiò le mani Nel vil sangue del popolo, Come sta scritto dei più chiari eroi: Non arse ville, gli piacque il mobile Trofeo dei penzolanti corpi umani, Come si legge ne' volumi tuoi: Non dei tiranni coll'oblique insidie Il pallido coraggio Sostenne e i nappi taciti di morte, O crebbe illustre di natura oltraggio; Povero prete, il suo latin col povero Divise e il poco pane e l'umil sorte.

Questa è stata la mia prima visione del mondo shekspiriano e se più tardi ho cercato altre cose nei suoi volumi e ho trovato altre emozioni fra i suoi eroi, nessuna certo è stata così pura e così spontanea come quella di un amore infantile, nato nel tedio delle ore di studio, dentro una grande villa toscana sui colli di Signa, arsi dall'estate.