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Essa ha ancora un capo, console, e dodici consiglieri, fratelli. I suoi statuti sono chiaramente esposti in un volume in pergamena di sessanta fogli: datano dal 1308, ma nel 1492 furono tradotti dall'originale latino in italiano. Trascrivo il principio di questo documento: «El prohemio della matricola de sartori: capitolo I.

²⁵⁰ Vedi a p. 76 del presente volume, e L. M. Majorca Mortillaro, Lettighe e Portantine, edizione, p. 79. Palermo, 1901. La tradizione ricorda pure portantine nei monasteri della Piet

Parma, stamperia Carmignani, 1814, 16º, p. 12. FABI, op. cit., p. 223. Vedasi in questo volume pp. 43-49.

Ora, Gian Luigi, scettico, indifferente, fatuo o innamorato, che importava? aveva d'un tratto raccolte le sue forze, aveva lavorato, aveva dato alla luce un volume, un grosso volume, a quanto si vedeva, che gli era costato almeno sei mesi de fatiche, i sei mesi del mio matrimonio.

³⁶⁷ Diario ined., a. 1795, pp. 164-90. Vedi pure un volume miscellaneo di mss. e stampe pro e contro Vella, XLVI, F 53 e XLVI, G 87 della Biblioteca Comunale di Palermo.

Perciò, due, tre volte al mese, preparava lunghe noticine di romanzi, che Sandro doveva comperare a quattro lire il volume, e ch'essa poi gli restituiva sempre appuntino, ed anzi, qualche volta, quando il romanzo era noioso, coi fogli non ancora tagliati. E Sandro, come avrebbe potuto rifiutarle quelle garbatezze?

Fu giá sogno di mia gioventú letteraria scrivere una storia generale di mia patria. Fu colpa mia non averlo adempiuto? Dio solo sa ciò che avrebbono potuto gli uomini. Ad ogni modo questo volume è misero resto di quel sogno. Sia tale almeno, che porti seco tutta quella utilitá che può avere.

Egli tentennavasi sugli smilzi stinchi, fra cui dondolava la negra veste talare; teneva in mano il largo cappello a tre punte, e sotto l'ascella un volume del Breviario.

I nostri dialoghi sulle cose più comuni mi giovarono ad apparecchiare il terreno, e furono come una prefazione in prosa davanti un nuovo volume di poesia. Parlando degli incomodi della stagione, l'Agata mi domandò: Come passate le sere di queste lunghe notti d'inverno? Nel tedio della solitudine, io risposi, solo col mio cane!... E perchè non venite da noi a farci un po' di lettura?

Una volta la mano cadde sulla testa di Flora e vi si fermò nel fitto e caldo volume dei capelli. O Flora, o mia povera Flora, che bene che mi fai. Tu mi scaldi la mano e il cuore. Resta, resta, tu sei il mio sole... Non ti ho mai veduta così bene come ti vedo ora. Come sei bella, Flora! Mi giuri che non ti farai del male? per te, soltanto per te, lo giuro, Flora. Verso la luce.