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Era la Gioja di Vivere che fremeva su la Terra; la gioja degli uomini semplici, abituati al lavoro assiduo, condannati a una schiavitù eterna, per quel giorno di riposo e di libert

Damiani e secondo la quale nell'isola le classi lavoratrici hanno un impronta comune di miseria, di abbattimento e di patimento; dove invano si cerca un ceto agricolo, ma si trovano servi sfruttati sempre, riconosciuti mai, che per vivere sono costretti a rubare ed a vendere l'onore delle loro figlie e delle loro mogli...

È però un buon ragazzo, mi dicono. È un matto che non sa il proprio interesse, uno che non ha da vivere fino a domani, e vuol far del grande e dello schifo, con me?... Oh, verr

Mi pare che fra muri non ci potrei vivere... A Milano non c'è mai stata? Che? Quando c'era Odoardo si viveva coi miei genitori nel nostro paesuccio. Citt

Un insieme scultorio, come un quadro, non può assomigliare che a stesso, poichè la figura e le cose devono vivere in arte al di fuori della logica fisionomica. Così una figura può essere vestita in un braccio e nuda nell'altro, e le diverse linee d'un vaso di fiori possono rincorrersi agilmente fra le linee del cappello e quelle del collo.

Al primo spuntare dell'alba vicina, il Fossano ripartiva, per quel giorno soltanto, dall'isola di San Giulio, giacchè, come aveva detto la notte prima a Valenzia, doveva recarsi ancora alla rocca d'Angera dov'era il duca Galeazzo, per prendere licenza da lui, e ottenere il permesso di vivere lontano dalla corte milanese. Si salutarono i due sposi, dicendosi a vicenda.

Ma io dovrò vivere, pensare, agire, Chérie, comprendi questo? Io sono inetto a ciò, adesso. Non ti capisco ella mormorò, chinando gli occhi. Ma qualunque paese sar

È bello il vivere, quando si spera; è bello il rispondere per opere egregie in mezzo a' suoi simili, quando si può riferire ad una persona cara i proprii trionfi, deporre a' suoi piedi le palme raccolte e gli allori mietuti.

Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto e torsi il viso con raccapriccio. Non aveva più pelle, non aveva più occhi, il suo collo non era più che un osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte a tre o quattro penne, strascicavano come due cenci; pareva impossibile che così disfatto potesse vivere e camminare; non aveva più forma. Eppure quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di sangue, si difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre, scotendo le ali dimezzate come due moncherini, allungando il collo scarnificato, agitando il teschio a caso, qua e l

Il Rebaldi, gliene diceva contro di tutti i colori, rimproverando al Vharè di vivere alle spalle delle amanti, di far debiti e di non pagarli.