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E come surge e va ed entra in ballo vergine lieta, sol per fare onore a la novizia, non per alcun fallo, cosi` vid'io lo schiarato splendore venire a' due che si volgieno a nota qual conveniesi al loro ardente amore. Misesi li` nel canto e ne la rota; e la mia donna in lor tenea l'aspetto, pur come sposa tacita e immota.

E come cerchi in tempra d'oriuoli si giran si`, che 'l primo a chi pon mente quieto pare, e l'ultimo che voli; cosi` quelle carole, differente- mente danzando, de la sua ricchezza mi facieno stimar, veloci e lente. Di quella ch'io notai di piu` carezza vid'io uscire un foco si` felice, che nullo vi lascio` di piu` chiarezza;

di color d'oro in che raggio traluce vid'io uno scaleo eretto in suso tanto, che nol seguiva la mia luce. Vidi anche per li gradi scender giuso tanti splendor, ch'io pensai ch'ogne lume che par nel ciel, quindi fosse diffuso. E come, per lo natural costume, le pole insieme, al cominciar del giorno, si movono a scaldar le fredde piume;

Quelli ch'usurpa in terra il luogo mio, il luogo mio, il luogo mio, che vaca ne la presenza del Figliuol di Dio, fatt'ha del cimitero mio cloaca del sangue e de la puzza; onde 'l perverso che cadde di qua su`, la` giu` si placa>>. Di quel color che per lo sole avverso nube dipigne da sera e da mane, vid'io allora tutto 'l ciel cosperso.

Come s'avviva a lo spirar d'i venti carbone in fiamma, cosi` vid'io quella luce risplendere a' miei blandimenti; e come a li occhi miei si fe' piu` bella, cosi` con voce piu` dolce e soave, ma non con questa moderna favella, dissemi: <<Da quel di` che fu detto 'Ave' al parto in che mia madre, ch'e` or santa, s'allevio` di me ond'era grave,

Come 'n peschiera ch'e` tranquilla e pura traggonsi i pesci a cio` che vien di fori per modo che lo stimin lor pastura, si` vid'io ben piu` di mille splendori trarsi ver' noi, e in ciascun s'udia: <<Ecco chi crescera` li nostri amori>>. E si` come ciascuno a noi venia, vedeasi l'ombra piena di letizia nel folgor chiaro che di lei uscia.

di color d'oro in che raggio traluce vid'io uno scaleo eretto in suso tanto, che nol seguiva la mia luce. Vidi anche per li gradi scender giuso tanti splendor, ch'io pensai ch'ogne lume che par nel ciel, quindi fosse diffuso. E come, per lo natural costume, le pole insieme, al cominciar del giorno, si movono a scaldar le fredde piume;

Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". Queste parole di colore oscuro vid'io scritte al sommo d'una porta; per ch'io: <<Maestro, il senso lor m'e` duro>>.

si` vid'io li`, ma di miglior sembianza secondo l'artificio, figurato quanto per via di fuor del monte avanza. Vedea colui che fu nobil creato piu` ch'altra creatura, giu` dal cielo folgoreggiando scender, da l'un lato. Vedea Briareo, fitto dal telo celestial giacer, da l'altra parte, grave a la terra per lo mortal gelo.

E come quivi ove s'aspetta il temo che mal guido` Fetonte, piu` s'infiamma, e quinci e quindi il lume si fa scemo, cosi` quella pacifica oriafiamma nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte per igual modo allentava la fiamma; e a quel mezzo, con le penne sparte, vid'io piu` di mille angeli festanti, ciascun distinto di fulgore e d'arte.