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Troveremo qui abbasso il portier che ci aspetta. Non lo voglio: andiamo soli, Andreino. Ma io non conosco queste strade. Non fa nulla. Menami fuori, all'aperto, in una di queste vicine alture. Ho bisogno di respirare un'aria alta. Poi ti dirò quel che dovrai fare. Tu mi vuoi bene, Andreino: tu sei stato per me in questi giorni più che una sorella.

Si va innanzi, indietro, a destra, a sinistra, e man mano che si procede la testa si fa pesante e la vista s'intorbida. A ogni passo cento nuove cose, l'una più straordinaria e mirabile dell'altra, s'affacciano confusamente allo sguardo, vicine, fitte, ammontate.

Sempre!... ridendo, discorrendo, chine sullo stesso libro, con le faccia vicine. Dio! Dio! Anche adesso... erano insieme... forse s'erano baciate... Devo andare a casa subito, ansò Valeria, col viso livido e sfatto. Nino la teneva stretta. Ma perchè, amor mio? Cos'hai? Oh Dio! La mia creatura! singhiozzò Valeria.

La donna, sorpresa, si trasse addietro e si guardò attorno. Altri non era in quel luogo in fuori di lei e dello scolaretto; le loro due figure nere, vicine, differenti, si disegnavano nella vastit

Lei, per parlare con lui, si era alzata dalla sedia, si era messa all'angolo del balcone, curvandosi per veder meglio, e non li divideva che lo spazio di una stanza; le due case erano vicine. Vi basta? chiese Luisa ridendo ancora. Mai abbastanza. Sono un uomo morto, Luisa. Ma quando sarò da quattro giorni nella tomba come Lazzaro, veniteci voi e ridete; io risusciterò, ve lo prometto.

In tanto affanno ver la terra inchine Ferma le ciglia; e giù nel sen non posa Il cor, che vuol, può partirsi; alfine Ne ritrova la via l'alma animosa; Vassene a l'aspre rupi indi vicine L

Giunse allora al letto che portava il numero 31; e maravigliò vedendo che, a un'ora così tarda, contro il costume e le rigorose discipline del luogo, si trovassero ancora vicine a quel letto due persone sconosciute, silenziose, raccolte in stesse, nell'atteggiamento del più profondo cordoglio. Sostenuta da alcuni cuscini, se ne stava mezzo sollevata sul letto una donna gi

Entra ella mi bisbigliò, senza lasciarmi. Entra, entra. Quella voce, proferita da labbra tanto vicine ma invisibili, reale e pure misteriosa, spiratami calda nell'orecchio e pure intima come se mi parlasse nel mezzo dell'anima, e femmina e dolce come nessun'altra voce fu mai, io la odo ancora, la udrò sempre. Entra, entra. Spinsi la porta.

Una mattina a dirigere que’ lavori se ne stava un tal giovane, sul cui volto era impressa una profonda mestizia. Le nebbie della pianura spinte verso i monti da una brezza leggera, si addensavano nelle convalli. Alcune nubi nerastre sorgevano da ponente; i raggi del sole riverberandosi su questo svariato orizzonte, ne componevano un quadro magnifico. Il giovane era messer Fredi de’ Vergiolesi. Non preso punto da quello spettacolo, figgeva immobilmente lo sguardo sulle vicine campagne che verzicavano ed eran fiorenti per ogni dove. Quel cuore nobile non poteva abbandonarsi a ricevere dolci impressioni, quando la sua terra natale la vedea minacciata da grave pericolo. Gli pareva di scorgere di gi

Alcuni momenti dopo, udendo rumore di passi nelle camere vicine, si alzò per vedere che fosse, ed affacciandosi alla porta s'incontrò nella figura della Ginevra, la quale si precipitò nella stanza. Il volto di lei aveva subito un trasmutamento indescrivibile, e l'occhio le scintillava di gioja che parea diffondersi in raggi.