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Signora, fino dal mio giungere in quest'isola conosceva esser voi italiana, ed ho scelta la lingua vostra nel porre in versi le mie sventure, mentrechè, sapendo esser voi la moglie del governatore d'un'isola inglese, ho creduto bene favellarvi in quell'idioma. E come, istruita, amabile, non avete alcuno che....

Consegnai il mio plico; Monsieur, così lo chiamavano con grande unzione i suoi sottoposti, prima mi sbirciò ben bene con tale ostinazione che mi ridestava il pizzicor nelle mani, poi cominciò a capolvogere, e spiegazzare quel povero foglio in tutti i versi, finalmente si decise a porvi gli occhi.

Tirai avanti per la Westenvorstadt e la trovai poco lontano, in un prato lungo l'Altmühl, a coglier fiori con la sua sorellina. Mi chiese se andavo al Tiefenthal, e parve molto lieta di apprendere che invece ero venuto in cerca di lei con quei versi. Le domandai di miss Yves.

Ma quel ritratto era andato in mano alla marchesa di San Ginesio; gli occhi di Giunone si erano posati sui versi del suo negletto amatore.

Tu di', ch'io pianga, e che l'angoscia io versi, Ch'io mi strugga dolente al suo cospetto; Oh non del mio dolor tutto il cospersi? Non mi vide egli a se morir sul petto? Omai preveggo i Rodian perversi De le miserie mie farsi diletto; Certo è così, ma schernirogli almeno O con coltello, o con mortal veneno.

Forse il Bürger, com'è destino talvolta degli uomini d'alto ingegno, trascorreva in quella sua teoria agli estremi. Ma perché i soli uomini d'alto ingegno sanno poi di per se stessi ritenersene giudiziosamente nella pratica, noi, leggendo i versi del Bürger, confessiamo che neppure il dotto vi scapita, ha ragione di dolersi del poeta.

«Sono partiti! Dio li scorga e versi la pace sull'anima loro nel lungo pellegrinaggio al quale li condanna inospitale l'Europa. Non disperate, giovani proscritti, dell'avvenire che portate nel core; inalzate il vostro pellegrinaggio all'altezza d'una missione religiosa; soffrite tranquilli. La nuova fede della quale voi siete apostoli ha bisogno, per trionfare, di martiri; e i patimenti nobilmente sopportati sono la più bella gemma della corona che l'angelo dei fati Europei posa sulla testa de' suoi combattenti. I giorni intravveduti da voi sorgeranno. È tal cosa in cielo che decreti di Consigli, Diete, ukasi di Czar valgono a cancellare, come le nuvole addensate dalla tempesta non possono cancellare il sole dalla vôlta azzurra: la Legge morale universale; il progresso di tutti per opera di tutti. Ed è tal cosa in terra che nessuna tirannide può soffocare lungamente: il popolo, la potenza e l'avvenire del popolo. I fati si compiranno. E un giorno, quando appunto s'illuderanno più fortemente a crederlo acciecato, incatenato, sepolto per sempre, il popolo alzer

Nel punto che sbocco nella piazza, incontro una spagnolina graziosissima, alla quale si sarebbero potuti applicare quei due versi dell'Espronceda: «Y que yo la he de querer Por su paso de andadura

In questi versi vi è gi

Tu sei ben dotto in morale, giovanetto, fu sollecito a dire Basilio premuroso di togliersi a discorsi di quel genere; ma vedi bene, io uomo di stato non amo i sermoni: potresti piuttosto intertenermi in questo momento di riposo con qualche canto popolare americano. Volentieri, ma vi avverto che non potrebbe tradursi nei vostri melliflui versi; esso è troppo robusto.