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Tu che gli sdegni vedevi e l'ire, E il giambo uscirne, beffardo suon, Tu al buon Tersite lo potrai dire Se vi eran lagrime nella canzon! E quantunque questi versi siano del giugno 1879, non mi è parso inopportuno ripeterli come chiusa di questo scritto.
Non gli dicevo nulla e fingevo di sorridere sotto la pioggia dei versi che mi picchiavano il cervello, perchè avevo giurato di non inasprire colui dal quale non potevo disgiungermi; ma nel silenzio infuriavo e gli andavo sopra con le verghe a fargli sanguinare le carni.
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon, ch’è d’i sommersi. Io era gi
«Marzia!» ripigliò la voce stridula del loiolesco, «il vecchio tuo padre...»; qui si udì uno di quei lamenti che non si ponno descrivere, e che l'antico fondatore della lingua italiana si contenta di accennare con quei suoi versi immortali: E se non piangi, di che pianger suoli!
Don Giovanni Torlonia indirizza, in una delle sue poesie, questi versi alla signora romana Teresa Gnoli: E delle idee germaniche Seguendo il volo libero, sublime, Prendi soggetto alle tue nuove rime.
St. 66: «De plus en ce combat il fait qu'un amy d'Alfange luy parla fort long tems et en presance de Fernande; et que peut on panser qu'un ennemi fasse, dans la chaleur d'un combat, ou l'un et l'autre s'estoit blessé.» Ma nell'Amedeide, com'è stampata, non è detto che Fernando fosse presente alle parole che Dardagnano dice ad Alfange; le quali si stendono per soli qualtro versi, che non durano certamente fort long tems.
I loro versi erano popolari, se non per altro, almeno per ragione di lingua e di metri; come popolari altresí erano le forme epiche ed epico-liriche dei romanzi e de' poemi de' trovieri. Prima di Dante, alcuni uomini d'indole ardente avevano indirizzata tutta l'energia dell'anima a' misteri della religione, mettendo ammirazione nell'universale e suscitando coll'esempio proprio l'energia altrui.
Tengo inoltre a dichiarare che io non sono un dilettante di letteratura il quale consideri i suoi versi come dei fiori all'occhiello, nè uno spirito bizzarro che abbia scelto per capriccio snobistico una lingua straniera come la francese, per sedurre le belle dame e distrarre i suoi ozi eleganti.
Ella narrò a Virgilio L'egloghe e l'epopee; Apprese in versi a Orazio Le proverbiali idee; E rizzò terme e templii, E circhi e colossei, E sogghignò agli Dei, Agli aúguri, agli altar. Dai lidi della Nubia Chiamò il pardo e il leone; Tolse a femminee viscere Caligola e Nerone; Rovesciò il bianco pollice In faccia ai moribondi, E chiese se altri mondi Eran da conquistar!...
Non siamo amici, forse? mi ha detto. Specie dopo che come amico mi avete dato dei versi?
Parola Del Giorno
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