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Ebbene mi ha abbracciato e mi ha dato un bacio.... E tu l'hai lasciato fare? E non me l'hai detto subito? Che cosa vuole! mi ha preso all'impensata ed io avevo vergogna a parlarle di queste cose; ma me lo lasci dire, l'ingegnere è un gran farabutto.

Taccio della lascivia, mostruosa piuttosto che infame, di Messalina, che conduce pubbliche nozze, vivo Claudio l'imperiale marito, ricercatrice notturna di soldati pei guardioli, sfidatrice di femmine perdute a gara di vergogna. Nerone, ed Eliogabalo convitanti come a festa allo spettacolo di tali abbominazioni, le quali la notte non ha manto fosco, che valesse a nasconderle degnamente.

ERASTO. Voi avete fatta la faccia rossa e vi vergognate: non è piú tempo di vergogna, perché sète giá mia moglie. AMASIO. Tu mi fai vergognar da dovero, e bisognarebbe veramente esser senza vergogna perché non arrossisse. Io mi vergogno che si trovi uomo cosí senza vergogna che mi venga innanzi con queste favole! Ma dubito che tu sia cosí senza vergogna come senza cervello.

Non siam più che una cinquantina, Galeazzo, ed è invero una gran vergogna! Ma se tu fossi mai per mancare, più non saprei che dire di questi tempi così scaduti. Tempi scaduti certo. Ma!... non so cosa dirti. Io per me non ho polmoni che bastino a metter aria in questa vescica così vizza e screpolata, e quando un corpo è accidentato, altro che ortiche ci vogliono.

Il suo respiro si era fatto più affannoso e dinanzi a quel dolore, a quelle lacrime, restava a testa bassa, avvilito, quasi vergognoso. Era la vergogna del signor Kloss che sentiva pesare sopra di !

Finalmente in uno di questi intervalli la pentola levato il bollore traboccò sulle brace che crepitarono e stridettero annerandosi quasi dalla vergogna dell'inaudita trascuranza di Mansueta. La buona vecchia non resse a tanta mortificazione: l'afflizione che l'accorava irruppe. Mi contò piangendo che aveva visto il nipote.

Mi vendicherò! ! Voglio vendicarmi! È una vergogna! È un'indegnit

Ma portento!... mentre era assorto in tante e dolorose meditazioni, io contemplai una folla di Romani armati d'arnesi di distruzione che in un momento atterrarono quella nostra vergogna!

Intanto Carlo, che dal momento in cui vide Gorello con tanto felice audacia lanciarsi su la galera nemica sentì pungersi d'ira, di vergogna, e del nobile desiderio di porgergli soccorso, considerando che col modo fin praticato non sarebbe riuscito in nulla, chiamò ad alta voce: «Sire Gilles, andate, ed avvertite da nostra parte Michaux, Labrodérie, e quanti altri potrete raccogliere in fretta, e ordinate loro che si rechino tosto qui presso di noi

Appresso questo, conchiude al dubbio suo, dicendo: «Per che», cioè per non esserne degno, «se del venire», dove tu mi vuoi menare, «io m'abbandono», cioè mi metto in avventura, «Temo che la venuta», mia, «non sia folle», cioè stolta, in quanto male e vergogna me ne potrebbe seguire.